La proposta della previsione del nuovo reato di “omicidio stradale”
L’approfondimento a cura di S. Bedessi (www.polnews.it)

23 Agosto 2011
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Molti organi di informazione hanno dato enfasi alla notizia che il Parlamento si appresterebbe a modificare ulteriormente il codice della strada; così si è espresso Mario Valducci, presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, a margine dell’incontro “Sicurezza Stradale, cantiere aperto” svoltosi nell’ambito di Cortina InConTra (fonte: ASCA).
Sempre Valducci avrebbe dichiarato: “Alla ripresa dei lavori parlamentari, l’obiettivo è quello di procedere rapidamente e selezionare all’interno del Codice della Strada quelle norme di comportamento che riguardano direttamente i cittadini alla guida. Di queste chiederemo piena conoscenza, rispetto e applicazione – aggiunge -. Si tratta di individuare un centinaio di articoli contenuti nel nuovo codice della strada per garantire alla collettività la conoscenza delle norme basilari sulla sicurezza e quindi la certezza della pena. Particolare attenzione verrà posta all’introduzione di una nuova fattispecie di reato, l’omicidio stradale“. (fonte: “La Repubblica”).
Gli avrebbe fatto eco Enrico Gelpi, presidente dell’Automobile Club Italia, insieme a Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione Ania per Sicurezza Stradale e Roberto Sgalla, direttore del servizio Polizia Stradale.
In quell’ambito si è parlato anche dell’introduzione, nell’ordinamento penale, del nuovo reato di “omicidio stradale”, per cercare di punire più incisivamente chi, alla guida ubriaco o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, uccide una persona, in pratica facendo transitare questo tipo di omicidio da una fattispecie colposa ad una fattispecie dolosa.
Ma sono veramente necessarie nuove norme?
E’ plausibile prevedere uno specifico reato di “omicidio stradale”?
Prima di tutto è chiaro a chiunque che ad ogni estate si stanno moltiplicando norme ed aumentando sanzioni, senza peraltro ottenere l’effetto voluto, altrimenti non si continuerebbe a lamentare il perenne stato di insicurezza delle nostre strade, visibile anche dal mancato raggiungimento dell’obiettivo europeo per il decennio 2000-2010.
E’ altrettanto chiaro che il proliferare delle norme ed il poderoso incremento dell’ammontare delle sanzioni non stanno portando allo scopo che ci si prefigge: rendere sicura la circolazione.
Il nostro paese continua ad avere tassi di incidentalità troppo alti; troppe persone, tutte giovani, ogni anno continuano a morire sulle strade italiane.
Si dovrebbe quindi prendere atto che la tecnica seguita non porta a grandi risultati e muoversi invece su due fronti…

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