Il Ministro Passera blocca il decreto sulla ripartizione dei fondi da autovelox

15 Marzo 2012
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Il  Ministro alle Attività Produttive Corrado Passera, nella sua audizione alla Camera dei Deputati del 29 febbraio scorso sul disegno di legge delega per il  nuovo codice della Strada, annuncia che il decreto ministeriale che doveva essere emanato per la ripartizione delle somme derivanti da accertamenti per il controllo della velocità non  vedrà mai la luce per oggettivi problemi tecnici.

 

L’art. 25 della Legge 29 luglio 2010, n. 120, introducendo i nuovi commi 12-bis, 12-ter e 12-quater all’art. 142 del Codice della Strada, disciplinò le modalità di accertamento delle infrazioni per eccesso di velocità e la ripartizione dei proventi delle sanzioni tra ente proprietario della strada ed ente da cui dipende l’organo accertatore. In particolare al comma 2 era prevista l’emanazione di un apposito decreto attuativo del Ministro delle Infrastrutture  e dei Trasporti, di concerto con Il Ministro dell’interno, sentita  la Conferenza Stato- città ed autonomie locali, le cui disposizioni si sarebbero applicate a decorrere dal primo esercizio finanziario successivo a quello in corso alla data dell’emanazione del decreto stesso, senza mettere nessun termine tassativo per l’adozione del provvedimento, fatto che lasciava forse già presagire al ns legislatore le insormontabili difficoltà che sarebbero emerse in seguito.

 

L’ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia) aveva più volte, nel corso dell’ultimo anno e mezzo con svariate missive inviate al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, sottolineato l’evidente impossibilità di poter applicare la nuova norma  per problemi legati a dover iscrivere in bilancio somme che sarebbero poi  dovute andare in parte ad altri enti proprietari delle strade dove si effettuava l’accertamento e anche per l’aleatorietà delle risorse che si sarebbero effettivamente incassate a fronte degli accertamenti effettuati.

 

Anche il Sottosegretario ai Trasporti Bartolomeo Giachino, in risposta a un interrogazione dell’Onorevole Michele Pompeo Meta del 28 aprile 2011, aveva analizzato tutte le criticità della legge che rendevano complicato l’emanazione del regolamento attuativo. In particolare Il Sottosegretario nel suo Intervento sottolineava la questione operativa con riferimento al caso in cui l’accertamento fosse stato effettuato da una forza di Polizia Nazionale o locale, per il quale la norma non faceva differenze e quindi anche i controlli effettuati da un organo di polizia stradale su una strada di competenza di un ente locale dovevano dare luogo alla suddetta ripartizione dei proventi.

 

Inoltre lo stesso riferiva della palese inapplicabilità del meccanismo sanzionatorio previsto per la mancata trasmissione della relazione a consuntivo sui proventi contravvenzionali (comma 12- quater, norma che prevede che ciascun ente locale debba trasmettere ogni anno una relazione a consuntivo su proventi contravvenzionali e sulla loro destinazione e per quelli inadempienti sono previsti sanzioni rappresentate dalla riduzione percentuale del 30 per cento dei proventi stessi) in quanto gli stessi affluiscono direttamente alle casse degli enti locali  e non c’è modo per i vari Ministeri di poter intervenire tecnicamente per applicare la sanzione non conoscendo il quantum su cui applicare l’eventuale riduzione percentuale. Infine Il Sottosegretario confermava anche i dubbi posti dall’Anci sullo scorporo delle somme e sulla differenza tra le sanzioni accertate e quelle effettivamente incassate.

 

Si arriva poi, come detto all’intervento alla Camera del  Ministro Passera di pochi giorni fa che, testualmente afferma che “ il complesso meccanismo, immaginato per la ripartizione dei proventi stessi tra l’Ente di appartenenza dell’organo accertatore e l’Ente proprietario della strada,  ha manifestato criticità che hanno impedito e impediscono l’adozione del provvedimento attuativo in mancanza di idonei interventi di modifica della norma”.

 

Quindi se si vorrà attuare questa discutibile norma, sarà necessaria prima una suo incisivo emendamento da parte del Parlamento, mentre nel frattempo i Comuni manifestano la propria soddisfazione per il blocco di tale provvedimento che li avrebbe privati di altre risorse che, seppur discutibili in alcuni casi, affluiscono nei loro bilanci in un periodo di rilevantissimi tagli ai trasferimenti erariali nei loro confronti.