Cambiare “occhiali” per comunicare ai giovani i rischi in strada

5 Giugno 2012
Scarica PDF Stampa
Modifica zoom
100%
Quando si sostiene di parlare il linguaggio dei giovani se si vuole interagire con loro, implicitamente si invita a sforzarsi di pensare come loro: di “scambiarci con loro gli occhiali attraverso i quali guardiamo e percepiamo il mondo”. Così facendo, non cambiano solo i termini e le definizioni da utilizzare per il parlato, bensì anche le immagini, “lo sfondo”, il differente significato che attribuiamo ad alcuni stessi oggetti e cose.

 

Il celullare, l’i-pod, l’i-phone, ma anche i jeans, le “tennis”, e tanto altro ancora, acquisiscono, ad esempio, per i giovani significati particolari. C’è chi ritiene, sulla scorta dell’autorevole psichiatra, Vittorino Andreoli, che il cellulare sia addirittura ritenuto dagli adolescenti e dai giovani un’appendice del loro corpo: sacrosanta verità e fondamentale chiave di lettura per un operatore di polizia locale o formatore in genere, che si trova a dover svolgere momenti formativi dedicati all’educazione stradale con adolescenti e giovani. Per un adulto, molti degli oggetti citati, rappresentano, infatti, degli strumenti, il cui uso è addirittura disciplinato dalla legge, in quanto accessori che devono essere utilizzati in determinati modi, altrimenti la si infrange. Il cellulare, per proporre uno degli esempi di più immediato impatto, in realtà non è un accessorio in più che il giovane può decidere o meno di utilizzare, ormai “fa parte di lui”, è tutto uno con il suo corpo e soprattutto con la sua mente. Come è difficile suggerire ad un adulto l’importanza del portare attenzione quando si è in strada a tutto quello che succede e che può succedere, dello “stare connessi” e concentrati sul tragitto da percorrere, è ancora più difficile, per un formatore, far capire ad un adolescente e ad un giovane, che il cellulare distrae, che fa rallentare la capacita di reazione motoria di chi lo sta utilizzando mentre guida o cammina, in quanto la mente si concentra maggiormente, piuttosto che sugli eventi che stanno in quel momento verificandosi in strada, sul contenuto della telefonata, nonché, oltre a lei, si distrae lo sguardo, quando si legge, o più ancora, si scrive un sms o un mms.

 

Ecco la necessità di lavorare sul concetto di distrazione, senza pretendere di spiegare ai ragazzi l’argomento unicamente tramite la trasmissione di norme di comportamento e di leggi, ma tenendo conto che i nostri giovani sanno navigare bene in internet e male in strada, perché di questa non riconoscono tempi e spazi. Attenzione però: il rischio e quello di apparire “fuori dal mondo”, perché per loro è cosa spontanea ed automatica scrivere sms e mms facendo altre cose!