Immatricolazioni auto, Europa – 6,3%, mai così in basso da 17 anni

17 Luglio 2013
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A giugno il mercato dell’auto in Europa (27 Paesi Ue più quelli Efta) ha chiuso in calo del 6,3%, a 1.175.363 vetture, contro 1.254.022 di un anno fa. Sitratta – precisa l’Acea nel diffondere i dati – del livello più basso dal 1996. A maggio le vendite erano scese del 5,9%. Nel semestre il mercato è a 6.436.743 unità, in calo del 6,7% sul 2012.

 

Fiat -13,6% a giugno. A giugno Fiat Group Automobiles ha immatricolato in Europa (27 Paesi Ue più quelli Efta) 69.027 nuove vetture, in calo del 13,6% rispetto alle 79.892 di un anno fa. A maggio le vendite del Lingotto erano scese dell’11%. Nel semestre il gruppo torinese ha ceduto rispetto al 2012 il 10,3% attestandosi a 409.142 unità.

 

Quota Fiat in Europa al 5,9%. A giugno Fiat Group Automobiles ha segnato in Europa (27 Paesi Ue più quelli Efta) una quota di mercato del 5,9%, in calo rispetto al 6,4% di un anno fa e rispetto al 6,8% di maggio. Nel semestre la quota del Lingotto in Europa si è attestata al 6,4%, in calo rispetto al 6,6% segnato nel 2012.

 

Fiat: a giugno pesano mercato italiano e penuria componenti. «Il Gruppo Fiat, penalizzato dal risultato negativo del mercato italiano e dalla mancanza di alcuni componenti che hanno bloccato sui piazzali numerose vetture, a giugno è cresciuto comunque in Francia, Regno Unito e Spagna»: così, in una nota, Fiat commenta i dati delle vendite di auto in Europa. «Fiat con Panda e 500 ha dominato il segmento A – prosegue la nota – Bene anche la 500L e Freemont, ancora una volta tra le auto più vendute nei loro segmenti».

 

Fra i grandi paesi la Francia ha il calo maggiore. Anche a giugno, come il mese precedente, è la Francia la “Cenerentola” tra i cinque principali mercati europei dell’auto. Le immatricolazioni del Paese d’Oltralpe sono scese in un anno dell’8,4% a 191.355 unità, contro le 282.913 unità della Germania (-4,7% sul 2012), le 122.008 dell’Italia (-5,5%) e le 72.766 unità della Spagna (-0,7%). La Gran Bretagna invece, con 214.957 unità (+13,4%), si conferma a giugno il secondo mercato dell’auto dopo la Germania e l’unico tra i ‘big’ a chiudere il mese in rialzo.

 

Secondo l’Unrae in Europa in cinque anni e mezzo sono andate perse 4 milioni di vetture. Il mercato dell’auto in Europa vive «un trend negativo nella domanda di auto nuove da 5 anni e mezzo. L’ultimo anno positivo è stato il 2007». Lo evidenzia in una nota l’Unrae, l’associazione che riunisce le case automobilistiche estere presenti in Italia, precisando che in questo periodo «la perdita è stata di circa 4 milioni di vetture. Il Vecchio Continente è così – precisa l’Unrae – l’unica area mondiale tecnicamente in controtendenza rispetto allo sviluppo positivo delle altre aree».

 

Bene solo la Gran Bretagna. In sei mesi, sottolinea la nota, la crisi delle vendite ha attraversato quasi tutti i Paesi, con un’eccezione importante in Gran Bretagna (+10% in sei mesi) e cali preoccupanti come quelli della Francia (-11,2%), dell’Italia (-10,3%), della Germania (-8,1%) e della Spagna (-4,9%). In mercati più piccoli invece, soprattutto negli ultimi mesi, migliora la domanda di mobilità, portando segni positivi anche a doppia cifra.

 

L’Italia perde 270 milioni di Iva. «L’Italia non riesce a contribuire positivamente al risultato europeo », ha commentato il direttore generale dell’Unrae Romano Valente. «Il suo calo rispetto al 2012 si porta già dietro una perdita di 270 milioni di euro di IVA e 1,6 miliardi di euro di fatturato. La possibile inversione di tendenza è direttamente legata al momento in cui potrà migliorare il clima di fiducia di famiglie ed imprese, con un incremento del potere di spesa, un rilancio dei consumi e, quindi, una ripresa dell’economia». «Tuttavia – ha concluso Valente – possiamo auspicare che nell’ambito dei provvedimenti in corso di discussione in sede parlamentare, relativi alla crescita del Paese e all’occupazione, si possano adottare almeno misure che riguardino i finanziamenti a tasso agevolato per i beni strumentali – e quindi anche per gli autoveicoli – e che, più in generale, si riduca la pressione fiscale».

 

Per il CSP il problema resta Eurolandia. Anche a giugno il mercato dell’auto in Europa conferma risultati «nettamente contrapposti nella zona euro e nel complesso dei Paesi che non hanno adottato l’euro. Nell’Eurozona – secondo un’elaborazione del Centro Studi Promotor su dati Acea – si registra un calo del 9,6% in giugno e del 10,2% nel primo semestre. Il complesso dei paesi non euro cresce invece del 7,1% in giugno e del 4,6% nel semestre». «Nella zona euro la recessione indotta dalle politiche di austerity, dopo aver avuto effetti devastanti sui mercati di Grecia, Italia, Spagna e Portogallo, incomincia ad interessare anche il resto dell’area.

 

Adesso frena anche la Germania. In difficoltà – precisa il Csp – è infatti anche il mercato tedesco che accusa una contrazione del 4,7% in giugno e chiude il primo semestre con un calo ancora più pesante (-8,1%) seguito da quello francese (-8,4% in giugno e -11,2% nel semestre). Va male pure il mercato spagnolo che è ancora in calo nonostante il robusto piano di incentivi PIVE 2. Per non parlare del mercato italiano, che chiude in rosso del 5,5% il consuntivo di giugno e del 10,3% quello del primo semestre. Ben diversa invece – evidenzia il Csp – la situazione del maggior mercato della zona non euro, quello del Regno Unito, che cresce del 13,4% in giugno e del 10% nel primo semestre».

 

Il mercato mondiale è in crescita. Questo scenario si inserisce in un contesto mondiale del mercato dell’auto che nei primi mesi del 2013 è ancora in crescita, ma comincia a rallentare. Il mercato europeo dell’auto ha quindi «perso l’occasione di agganciare la forte ripresa del mercato mondiale e ora si trova ad affrontare difficoltà crescenti in un contesto di generale indebolimento congiunturale». In Italia invece «il tasso di caduta della domanda di auto si sta riducendo. Ma la possibilità che la tendenza negativa si arresti nell’ultima parte dell’anno» e che si scongiurino le ultime stime 2013 del Centro Studi Promotor di 1.259.582 di immatricolazioni (-49,5% rispetto al 2007), «è però legata essenzialmente all’efficacia dell’azione del Governo per la crescita».

 

Fonte: MotoriOggi.it