Resilienza, cenni

24 Febbraio 2014
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Sono capacità spontanee di recupero che in misura maggiore o minore ognuno ha dentro di sé.

Resilienza indica la capacità di resistere e di conservare la propria struttura o forma iniziale; definisce un processo che consente di adattarsi ad avversità, traumi, tragedie, minacce e anche a significative fonti di stress.

Indica la capacità di riemergere da esperienze difficili mantenendo un’attitudine sufficientemente positiva nei confronti dell’esistenza.

Non sono necessariamente o soltanto legate a tratti individuali e temperamentali, esse sono anche il frutto di esperienze affettive precoci, di supporti concreti ed emotivi  da parte della collettività, di un approccio cognitivo orientato a risolvere i problemi. Vengono accettati i fatti, reversibili o irreversibili come un lutto o un  fallimento, si attribuisce loro un senso e li si integra nella propria storia personale; di poi è vi è una tappa ricostruttiva. Si ritrova il proprio equilibrio dopo aver vacillato.

Al centro dei processi resilienti c’è ovviamente il cervello, sia in quanto è la nostra mente a interpretare le situazioni e a valutarle in termini positivi o negativi, sia in quanto lo stress agisce  su varie funzioni cerebrali modificandole anche in modo permanente. Esistono fattori di compenso, diversi a seconda delle età, che possono aiutare a uscire dalla crisi, come ad esempio il gioco nel corso dell’infanzia o il supporto amicale e sociale in tutte le età della vita.

La resilienza è anche fatta di prevenzione. Organizzazioni e imprese resilienti rappresentano un aspetto importante dell’interazione tra individuo e collettività perché implica la presenza di manager resilienti, persone che sappiano tenere il timone nei momenti di crisi.

Favorire la conoscenza dei fattori protettivi che possono promuovere la resilienza dei singoli individui, della collettività e delle imprese: a volte si tratta di cambiare ottica, guardare alla realtà da una diversa prospettiva, cercare soluzioni innovative, intraprendere una strada diversa anziché rassegnarsi a una condizione senza sbocco.