Invalidità del rapporto giuridico rappresentato nel documento non esclude il delitto di falso

Nella sentenza n. 6961/2018, la seconda sezione penale della Corte di Cassazione si è pronunciata relativamente alla valenza giuridica di una certificazione emessa da un funzionario consolare, attestante il possesso del titolo abilitativo di guida di un cittadino straniero comunitario

14 Marzo 2018
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Il Collegio ha ritenuto tale attestazione idonea a produrre effetti giuridici nel panorama sociale; pertanto aver prodotto una tale falsa certificazione connotava il delitto di falso materiale in certificazioni pubbliche.

Secondo consolidata giurisprudenza, per poter qualificare come certificato amministrativo un atto proveniente da un pubblico ufficiale devono concorrere le seguenti condizioni:
A) che l’atto non attesti i risultati di un accertamento compiuto dal pubblico ufficiale redigente, ma riproduca attestazioni già documentate;
B) che l’atto, pur quando riproduca informazioni desunte da altri atti già documentati, non abbia una propria distinta e autonoma efficacia giuridica, ma si limiti a riprodurre anche gli effetti dell’atto preesistente (cfr. Cass. Sez. 5 n. 5105 del 14.3.2000, dep. 28.4.2000).

La certificazione pertanto postula l’attestazione di fatti non appartenenti alla sfera di attività del funzionario redigente o non caduti sotto la sua percezione e appare plausibile che il console di uno stato straniero, in determinate circostanze, possa certificare l’esistenza di un’abilitazione alla guida conseguita nello stato di appartenenza.

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