Riforma del sistema carcerario in dirittura d’arrivo? Quali le conseguenze per la Polizia Locale?

20 Dicembre 2011
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Un Governo tecnico: due Ministri donna. Sembra che questa volta sia quella buona. Parliamo del Guardasigilli Paola Severino e del numero uno del Viminale Anna Maria Cancellieri che nei giorni scorsi hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa. Ma vediamo nel concreto di cosa si tratta.

Alla richiesta di sapere se nei provvedimenti in dirittura d’arrivo ci sarà un’amnistia, il Guardasigilli Paola Severino dichiara “«Non direi proprio. Questo non è un provvedimento di clemenza. Parlerei piuttosto di un pacchetto di provvedimenti che porteranno a un bilanciamento più giusto ed equo di molte situazioni. E, d’altronde, qui non c’è alcuna amnistia dal momento che, rispetto ai tempi del fermo di polizia, che è stato portato a 48 ore per chi resta in attesa di giudizio, centrale rimane il ruolo del giudice che è chiamato a convalidare o meno l’arresto. Tocca al giudice, insomma, decidere se chi ha commesso un reato debba entrare in carcere o tornare a casa».”

Partendo dalla valutazione che nel 90% dei casi le persone arrestate tornano immediatamente in libertà dopo la convalida dell’arresto, le nuove misure sembrano prevedere che il periodo in attesa di comparire innanzi al Giudice sia scontato non in carcere ma presso le camere di sicurezza delle forze di polizia “comprese quelle della Polizia Municipale”. Le parole virgolettate non compaiono sui comunicati ANSA ma sono state pronunciate dal Guardasigilli al TG3 nei giorni scorsi.

Immediata la levata di scudi dei funzionari di polizia e dell’ex sottosegretario Mantovano che ritengono non idonee le camere di sicurezza per questa tipologia di custodia. Staremo a vedere. Di certo c’è che, se la norma dovesse passare così come è stata annunciata,  notevoli sarebbero i problemi. Per dirla in termini natalizi, si rischierebbe di assistere ad un peregrinare delle forze di polizia con l’arrestato per cercare, di porta in porta come San Giuseppe e Maria, una camera di sicurezza libera.

Da non sottovalutare poi che una buona parte del personale del reparto sarebbe poi impegnato nella custodia e vigilanza presso la camera di sicurezza anche negli orari non solitamente coperti da personale in servizio. Non pensiamo qui solo alla Polizia Locale, ma al cammino che è stato intrapreso da anni per chiudere i distaccamenti di Polizia Stradale alla sera, le caserme dei Carabinieri minori nelle ore notturne, ecc.

Quindi l’arrestato non va più in carcere ma si sospendono tutti o quasi tutti i servizi esterni di vigilanza per sorvegliare le persone in camera di sicurezza! “Ai posteri l’ardua sentenza!”