Videogiochi e potere degli enti locali

8 Ottobre 2012
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Sulla scia delle ultime novità di questo recente passato in materia di liberalizzazioni, anche AAMS  ha concesso la possibilità ai gestori di utilizzare un numero maggiore di apparecchi 110 c 6 Tulps rispetto alla precedente formulazione di legge e ha permesso lo svilupparsi delle famose per il gioco lecito con vincita in danaro. Vista ormai la dilagante offerta e possibilità di aprire sale dedicate per il gioco lecito con vincite in denaro che, con le recenti norme di liberalizzazione, non risultano ormai più contingentate, paradossalmente tali sale non saranno più oggetto di pianificazione da parte degli enti locali.

 

Alcuni Comuni, sulla scia del timore che tali esercizi contribuissero a generare senso di insicurezza tra la popolazione e potessero essere svianti per il quieto vivere urbano ed a generare fenomeni di “ludopatia” anche nei soggetti più deboli hanno tentato in vari modi di porre dei freni attraverso l’emanazione di ordinanze sindacali che limitassero gli orari di apertura piuttosto che le distanze minime da luoghi sensibili quali, scuole, ospedali, chiese, centri di aggregazione giovanile, ecc. Le associazioni di categoria hanno subito presentato ricorso ai provvedimenti nelle rispettive sedi istituzionali e puntualmente i giudizi di merito sono stati favorevoli all’annullamento dei provvedimenti sindacali.

 

Le motivazioni precisano come si palese che ci sia una invasione illegittima  in materie riservate all’ambito della gestione statale del gioco pubblico per le quali l’autorità locale non ha alcun potere discrezionale e decisionale nel tentare di comprimere in ambiti più ristretti tale settore, facendo così ritenere nulli quei provvedimenti legati all’ex art. 54 del TUEL, di eccezionalità ed urgenza le cui fattispecie invadono il campo della sicurezza ed ordine pubblico di competenze esclusiva dello stato.

 

Tali sentenze di merito del resto respingono anche la legittimità relativa all’adozione di provvedimenti ex art 50 TUEL in materia di orari che, se da un lato per quanto detto sopra, si sconfina in un ambito di gestione esclusiva dello stato, dall’altro si sottolinea come il compito in questo ambito dell’ente locale è solo di coordinamento  e riorganizzazione.

 

Detto questo è pacifico che il rischio di fenomeni di degrado, di ordine pubblico e di ludopatia che hanno ispirato i provvedimenti sindacali permangono.

 

Il recente “Decreto Balduzzi”, n° 158 del 13/09/2012, ha finalmente ammesso che di gioco ci si ammala, che è necessario tutelare le fasce più deboli tra cui i minori e a tal proposito ha pianificato 5000 controlli da eseguire per il contrato del gioco minorile e, per ultimo, ma timidamente, che è necessario procedere ad una progressiva ricollocazione dei punti di gioco posti in prossimità di luoghi sensibili pianificando un coordinamento degli interessi pubblici e di consolidamento erariale da parte dello stato che dei Comuni legati ai motivi in premessa richiamati.

 

(Articolo di Gianni Levote)