Lettera aperta al Presidente Matteo Renzi. Un folle gesto che ha colpito la Polizia Municipale

25 Maggio 2015
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Il 15 maggio scorso, alle 15,10 circa, a Miano, quartiere Secondigliano di Napoli, un uomo, dopo aver ammazzato il fratello e la cognata per una banale discussione per motivi condominiali, ha incominciato a sparare all’impazzata dal balcone di casa mirando a tutte le persone che erano in strada o si trovavano a transitare.
Ha sparato per oltre un’ora su tutto e tutti. Quando alla fine si è arreso, il bilancio è stato terribile: altri due uomini erano stati uccisi e sei feriti.
Tra i morti un Ufficiale della Polizia Municipale di Napoli, il Capitano Francesco Bruner che, affacciatosi da un balcone attiguo, era intervenuto per cercare di fermare l’omicida; ma era stato freddato inesorabilmente.
Invece, tra i feriti si contavano due poliziotti, un carabiniere ed un Agente della stessa Polizia Municipale di Napoli; quest’ultimo, Vincenzo Cinque, ha subito le ferite più gravi ed ancora oggi versa, purtroppo, in gravissime condizioni nell’ospedale S. Giovanni Bosco di Napoli, dove è stato sottoposto già a due interventi chirurgici ed al momento si trova in rianimazione farmacologica.
Gli Agenti feriti erano tutti intervenuti per allontanare i passanti, fermare i veicoli ed evitare che altre persone venissero colpite dall’uomo che, ormai, sparava su chiunque passasse nella strada.
Si dirà che hanno fatto tutti il loro dovere in modo esemplare, salvando la vita dei cittadini, o tentando di dissuadere l’uomo da quegli atti inconsulti, come ha fatto il Capitano Bruner che, da casa e fuori servizio, si era immediatamente adoperato per arginare la follia sterminatrice che ormai aveva accecato quel folle.
E’ vero hanno fatto tutti il loro dovere e, forse, qualcuno anche di più; ma purtroppo il sangue versato da tutti gli Agenti non è lo stesso per lo Stato Italiano!!!
Sig. Presidente, i due operatori della Polizia Municipale, uno morto e l’altro ferito, sono pari ai due poliziotti ed al carabiniere davanti alle pallottole, oggi di un folle, ieri di un delinquente e, magari domani, di un camorrista o mafioso. Sono anche identici quando vengono delegati dalla Magistratura ad effettuare indagini di polizia giudiziaria o, meglio, effettuano le prime indagini di iniziativa, andando a colpire interessi diversi e criminali, a proprio rischio senza alcuna copertura.
Sono ancora simili quando vengono impiegati allo stadio in servizio di ordine pubblico per contrastare quei finti sportivi che sotto i loro occhi vorrebbero compiere devastazioni e guerreggiare con gli altri pseudo – tifosi.
Sono maledettamente ed inesorabilmente uguali in ogni momento in cui si trovano sulla strada, da soli, con le loro insufficienti conoscenze, ma con una gran voglia di fare e non essere calpestati dal prepotente di turno, cittadino, politico o arrogante sapientone.
Sig. Presidente, gli stessi non sono però uguali per lo Stato Italiano; i”Vigili Urbani” sono considerati solo dipendenti comunali; magari atipici perché indossano una divisa, portano l’arma, hanno la qualifica di agenti di polizia giudiziaria, la qualifica di agenti di pubblica sicurezza, vengono mandati a “collaborare” con le Forze di Polizia in caso di necessità; ma non sono per nulla uguali.
Prima, d’impulso, stavo scrivendo “con le altre Forze di Polizia”, ma mi sono subito ravveduto. E sì, sig. Presidente, i “Vigili Urbani” non fanno parte delle forze di Polizia!!!! Possono essere impiegati per tutti i compiti e le operazioni che eseguono i Carabinieri, i Poliziotti, i Finanzieri, i Forestali, la Polizia Penitenziaria, ma non possono essere annoverati tra le Forze di Polizia.
Ma che legge è questa??? Cosa cambia tra il sangue versato dal Capitano Bruner e dal Vigile Cinque e quello del carabiniere o dei poliziotti feriti?
Il dovere è lo stesso e la vita è la stessa.
Non le sembra, sig. Presidente, che sarebbe giunto il momento di adottare finalmente una legge degna di uno Stato civile, che sappia dare il giusto riconoscimento anche alle Polizie Municipali d’Italia che quotidianamente operano, rischiano e, purtroppo, pagano un prezzo di morti e feriti come tutti gli altri servitori dello Stato?
Sia chiaro che non chiediamo di diventare una nuova “forza di polizia”; in Italia ne contiamo già cinque e sono decisamente troppe, visti anche i mediocri risultati e le liti intestine tra le diverse anime e fazioni, in lotta tra loro per contendersi qualche modesto risultato. Basti pensare che con il cadavere del Capitano della Municipale ancora caldo ed i feriti in gravi condizioni, un dirigente delle “forze di polizia” di Napoli, rilasciava un’intervista al TG regionale, lasciandosi andare ad elogi sperticati per il suo operatore al centralino (in ufficio quindi) che era stato encomiabile perché era stato abile a convincere il folle ad arrendersi senza spendere, in un assordante silenzio, neanche una parola per il Capitano colpito a morte.
Gli Agenti morti e feriti nell’adempimento del loro dovere avrebbero, di certo, meritato più rispetto e maggiore attenzione.
Lei, sig. Presidente, dice che vuole rinnovare profondamente l’Italia; potrebbe, fra i suoi molteplici pensieri, inserire un’idea di Polizia Municipale che sia valorizzata e, se merita, gratificata per il lavoro che quotidianamente svolge, con umiltà, in silenzio e con infinita irreprensibilità.
Non siamo abituati a chiedere troppo, vi invitiamo solo a mettere mano ad una riforma puntuale, reale e concreta sull’assetto della Polizia Municipale, non dimenticando che il sangue versato nell’adempimento del dovere è lo stesso per tutti gli Agenti a qualsiasi corpo appartengano.
Dr. Michele Pezzullo
C. te a. r. della Polizia Municipale