Le nuove regole per le assunzioni di Arturo Bianco

11 Settembre 2015
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Si ampliano la possibilità offerte ai comuni per assumere personale a tempo indeterminato, ma continua il sostanziale blocco del principale strumento di assunzione previsto dal legislatore per gli anni 2015 e 2016, cioè l’assegnazione del personale che gli enti di area vasta hanno collocato in disponibilità.
Per cui le uniche possibilità sono quelle offerte dalla utilizzazione dei resti non utilizzati delle capacità assunzionali degli anni precedenti, i profili che negli enti di area vasta non vi sono, a partire dagli educatori degli asili nido e dai docenti di scuola materna, nonché le trasformazioni a tempo pieno di posti in part time (come confermato implicitamente dalla deliberazione della Sezione autonomie della Corte dei conti n. 26/2015 nella parte in cui esclude questo tema dalle novità introdotte dalla legge di stabilità 2015) e le categorie protette, entro la soglia minima obbligatoria. Si arriva ai parziali ampliamenti della possibilità di effettuare assunzioni a tempo indeterminato per effetto del combinato disposto del d.l. 78/2015 e della deliberazione della Sezione autonomie della Corte dei conti n. 26 dello scorso 28 luglio. Mentre il blocco delle assegnazioni del personale in eccedenza degli enti di area vasta è frutto della mancata adozione da parte di numerose regioni delle norme legislative di applicazione della legge 56/2014, c.d. Delrio, in materia di revisione del ruolo e delle competenze delle province, della mancata rideterminazione delle dotazioni organiche di buona parte gli enti di cd area vasta e della mancata adozione del decreto del Presidente del Consiglio con cui disciplinare le regole per tali assegnazioni, documento previsto dalla legge 190/2014, presentato solamente nello scorso luglio all’esame della Conferenza unificata e su cui sia i comuni che le regioni hanno espresso numerose richieste di modifica.

Le previsioni del decreto enti locali
Il decreto-legge 78/2015, per come convertito dalla legge 125, si caratterizza per la possibilità che offre ai comuni di utilizzare i resti delle capacità di assunzione a tempo indeterminato non utilizzate nel triennio precedente il 2014. In tal modo si fornisce una sorta di interpretazione autentica della possibilità offerta dal d.l. 90/2014. E si supera la lettura restrittiva data dalla Sezione autonomie della Corte dei conti n. 25/2014, che consentiva tale recupero solamente a partire dalle cessazioni del 2013, cioè dalle possibilità di assunzione del 2014.
Sulla base delle nuove disposizioni, i comuni soggetti al patto di stabilità possono utilizzare nell’anno 2015, per finanziare le nuove assunzioni a tempo indeterminato, i resti delle capacità di assunzione degli anni dal 2011 al 2014, ovviamente per quelle quote che non sono già state utilizzate a questo scopo. Tali resti vanno calcolati sulla base delle capacità di assunzione consentite dalla normativa in vigore nell’anno. Quindi, sicuramente il 60% delle cessazioni 2014 (percentuale che sale al 100% per i comuni che hanno un rapporto tra spesa del personale e spesa corrente inferiore al 25%); il 60% delle cessazioni 2013 (percentuale che sale allo 80% per i comuni che hanno un rapporto tra spesa del personale e spesa corrente inferiore al 25%) ed il 40% delle cessazioni del 2012.
Nella lettura più prudente si deve considerare al 20% la possibilità di utilizzare i risparmi derivanti dalle cessazioni del 2011, in quanto l’aumento al 40% della spesa per il personale cessato della capacità assunzionale è intervenuto solamente nel 2012.
Non cambia invece nulla per gli enti non soggetti al patto di stabilità, cioè i comuni con popolazione inferiore a 1.000 abitanti, le unioni e le comunità montane: tali amministrazioni non hanno infatti un tetto di spesa per le nuove assunzioni, ma un tetto numerico, cioè possono sostituire tutti i dipendenti cessati nell’anno precedente. Per lettura consolidata, queste amministrazioni possono utilizzare tutte le cessazioni che non sono state sostituite intervenute a partire dalla data in cui sono entrate in vigore le nuove regole sulle assunzioni, quindi prudenzialmente dal 2007.
Occorre aggiungere che le amministrazioni possono arrivare ad utilizzare integralmente i risparmi derivanti dalle cessazioni del 2014 per assumere personale dichiarato in eccedenza da parte degli enti di area vasta. In tal caso possono anche superare il tetto di spesa del personale.

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