Decreto Fiscale e riscossione sanzioni Codice della Strada: gli adempimenti obbligatori previsti

Riscossione sanzioni Codice della Strada: quali adempimenti obbligatori previsti dal Decreto Fiscale? La riscossione spontanea delle entrate del C.d.S. è stata rideterminata dal c.d. Decreto Fiscale: in particolare, il versamento spontaneo delle sanzioni deve avvenire direttamente sul conto corrente… continua a leggere

10 Gennaio 2017
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Riscossione sanzioni Codice della Strada: quali adempimenti obbligatori previsti dal Decreto Fiscale?

In forza delle disposizione contenute nell’art. 2-bis del decreto legge 193/2016 convertito nella legge 225/2016 la riscossione spontanea delle entrate del Codice della Strada, come delle altre entrate comunali, è stata rideterminata dalla succitata norma la quale stabilisce le modalità di effettuazione del versamento spontaneo individuandole nel dettaglio.
In particolare, il versamento spontaneo delle sanzioni al Cds deve avvenire direttamente sul conto corrente di tesoreria dell’ente impositore, ovvero mediante il modello F24 o ancora attraverso gli strumenti di pagamento elettronici resi disponibili dagli stessi enti impositori.

Il versamento spontaneo delle sanzioni dal 1 dicembre 2016 può pertanto avvenire solo sul conto corrente di tesoreria dell’ente o attraverso gli strumenti elettronici di pagamento.

La norma nello stabilire le citate modalità, sottrae espressamente ai Comuni ed agli altri enti qualunque altra possibilità di scelta, operando in espressa deroga alla potestà regolamentare disciplinata dall’articolo 52 del d.lgs. 446/1997.
La disposizione, specificando che il versamento spontaneo deve essere effettuato direttamente sul conto corrente postale di tesoreria, di fatto preclude qualunque forma di intermediazione da parte di soggetti esterni, poiché in tale caso non si avrebbe un afflusso diretto delle somme nel conto comunale, ma di natura mediata.
Il conto corrente di tesoreria è per definizione il conto acceso dall’ente presso il suo tesoriere, anche se nulla impedisce che l’ente possa avere più conti tecnici presso lo stesso tesoriere nei quali affluiscono le diverse entrate, per facilitare le operazioni di contabilizzazione delle stesse, magari prevedendo il riversamento quotidiano delle somme nel conto di tesoreria principale e, quindi, per gli enti soggetti al regime di tesoreria unica, presso la Banca d’Italia.

Il dettato della norma dell’articolo 2-bis preclude la possibilità di introito delle sanzioni al Cds nei conti correnti postali con l modalità tradizionali (bollettini).

Tali conti, pur essendo gestiti dal tesoriere comunale anche se intestati all’ente (articolo 209 del d.lgs. 267/2000), sono infatti diversi dal conto corrente di tesoreria.
Pertanto, con il versamento degli importi nei conti postali non si avrebbe un loro afflusso diretto sul conto di tesoreria comunale, richiesto invece dalla norma.
La norma in commento richiama, indirettamente, l’obbligo di aderire al nodo dei pagamenti PagoPA ed in particolare, agli strumenti ed i canali di pagamento elettronico che l’ente può rendere disponibile al cittadino tramite il nodo PagoPA che comprendono i bonifici bancari e postali, i bollettini di conto corrente postale, i versamenti effettuati con carte di debito, di credito, prepagate ovvero altri strumenti di pagamento elettronico disponibili, che consentano anche l’addebito in conto corrente, avvalendosi dei prestatori di servizi di pagamento.
Quest’ultimi pagamenti possono essere effettuati presso Atm o POS fisici o virtuali messi a disposizione dai prestatori di servizi di pagamento ovvero essere eseguiti autorizzando addebiti diretti da parte dell’utilizzatore finale. Solo in questo caso…

Continua a leggere il commento di Claudio Malavasi