Lo smart working della PA riparte da Palazzo Chigi

Il sole 24 ore
12 Gennaio 2022
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l Sole 24 Ore – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

La Pubblica Amministrazione si adegua in corsa alla programmazione «plurimensile» dello smart working prevista dalla circolare Brunetta-Orlando di mercoledì per riportare il lavoro agile fra le leve anti-contagio. Il cambio di rotta comincia dal centro del sistema pubblico. A Palazzo Chigi il segretario generale Roberto Chieppa ha preparato una direttiva che da lunedì permetterà ai dipendenti della presidenza già ammessi al lavoro agile di «prescindere» dal tetto dei due giorni a settimana fissato il 20 dicembre. Il nuovo orizzonte su cui calcolare la «prevalenza» dell’ufficio, si legge nella bozza, non sarà più settimanale ma semestrale. In direzione simile si muove il ministero dei Beni culturali, che anzi nella circolare firmata ieri dal segretario generale Salvatore Nastasi chiede di «ridefinire le modalità organizzative» degli uffici «assicurando il lavoro agile (su base giornaliera, settimanale o plurisettimanale) almeno al 50 per cento», calcolato «al netto delle situazioni di fragilità, di quarantena con sorveglianza attiva o di isolamento domiciliare fiduciario». Le indicazioni della circolare, che invita anche a «estendere ulteriormente» il lavoro da remoto «laddove possibile, a condizione che l’erogazione dei servizi avvenga con regolarità, continuità e funzionalità», valgono (per ora) fino al 24 gennaio.

Le due decisioni ministeriali sono solo un esempio del movimento in corso in tante amministrazioni. Segno che le nuove regole funzionano? Lo scetticismo prevale fra i sindacati, che mettono nel mirino l’obbligo di accordo individuale in vigore nella PA e sospeso invece nel privato fino al 31 marzo. Ieri l’ha fatto la Flp, che accusa il governo di aver «deciso di non decidere». «Insistere sull’accordo individuale – mette a verbale il segretario Marco Carlomagno – rappresenta un ulteriore aggravio di quel groviglio di adempimenti che nulla hanno a che vedere con la tutela dei lavoratori ma rispondono solo alla logica del pregiudizio».