Un agente della Polizia Municipale accusato di avere timbrato il cartellino del proprio comandante al fine di farne risultare la presenza in servizio e di aver lui stesso fruito di presenze sul posto di lavoro non veritiere, è stato inizialmente oggetto di licenziamento per giusta causa, patteggiando successivamente la pena con il giudice nel processo penale e, infine, è stato condannato dalla Corte dei conti, Sezione giurisdizionale del Piemonte (
sentenza n. 315/2019), sia per danno erariale sia per danno all’immagine.
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Consulta la sentenza della Corte dei Conti