Adolescenti e guida pericolosa

24 Luglio 2013
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In Italia la prima causa di morte per i giovani è l’incidente stradale, come tristemente riportano le cronache; inoltre gli incidenti rappresentano la principale causa d’inabilità nei giovani, non solo per la notevole incidenza di traumi cranici, ma anche per l’elevata frequenza di traumi midollari e di politraumatismi, che talvolta richiedono l’amputazione di uno o più arti.

Non va dimenticato che una lesione al midollo spinale è difficilmente sanabile e può portare alla paralisi. Il trauma cranico encefalico rappresenta invece la principale causa di coma prolungato e di disabilità soprattutto tra i giovani; per questo finisce per avere pesanti ricadute, oltre che personali e familiari, anche socio-economiche.

Va ricordato che l’adolescenza è caratterizzata da uno stato di disorganizzazione psicosomatica transitoria, che spinge il giovane a mettere alla prova le sue potenzialità.

Oggi, nella nostra cultura, il passaggio dall’infanzia alla maturità è molto protratto nel tempo e ciò comporta un aumento dell’esposizione ai rischi; la finalità del comportamento rischioso spesso è compulsiva e autodistruttiva, non sempre è adattiva, cioè dall’esperienza non sempre si concretizza un apprendimento. Va rammentato che ci sono vari tipi di rischio e che la differenza va ogni volta discriminata. Tra i comportamenti rischiosi giovanili in primo piano per frequenza e pericolosità, si pone l’incidente stradale. Va rammentato che vi sono giovani protagonisti anche di tre incidenti con le stesse identiche modalità. L’incidente stradale viene raramente considerato il segnale di un bisogno, ma una semplice espressione della “normale sventatezza giovanile”, soprattutto per i maschi; diversamente da alcune azioni che invece suscitano preoccupazioni negli adulti come l’ uso di sostanze, azioni autolesive o diete estreme, questo forse anche per l’etimologia della parola incidente che implica qualcosa di casuale, cioè appunto, accidentale.

Nella maggior parte degli incidenti entrano in gioco anche fattori emozionali consci come la sfida, la ricerca di sensazioni forti, il bisogno di esibirsi, o inconsci come la depressione, l’autolesionismo, che fa dell’incidente l’agito attraverso il quale possono esprimersi diverse problematiche

adolescenziali. Un’altra possibilità di lettura dell’incidente è quella della sua apparente casualità e, agli occhi dell’adolescente, della sua fatalità: può diventare un’occasione per esprimere i sensi di colpa che fino a quel momento erano stati repressi. E’ importante elaborare l’accaduto per evitare che i problemi psicologici che potrebbero averlo indotto siano cancellati, innescando una spirale di agiti e ripetizioni.