Circoli privati: non basta tesserarsi all’ingresso

E’ recentissima, del 2 dicembre 2013 la decisione in materia del TAR Emilia Romagna Parma 2/12/2013 n. 361.
Nel caso in esame la Polizia Municipale aveva accertato che in una serata all’interno di un circolo erano stati associati 133 avventori, i quali, previo pagamento di quota associativa di € 12,00, accedevano allo spettacolo e ai servizi pagando il biglietto di € 25,00. Per il TAR, che ha respinto il ricorso, risulta palese che il tesseramento effettuato contestualmente all’ingresso rappresenta in sostanza un escamotage per consentire l’accesso al circolo ad una indistinta generalità di soggetti i quali, per il solo fatto di aver riempito un modulo di iscrizione e pagato una somma in danaro, ottenendo così una sorta di tessera provvisoria, vengono ammessi all’immediata fruizione dei servizi riservati ai soci. Si tratta, evidentemente, di una modalità aperta di acquisizione delle iscrizioni che contraddice il regime derogatorio di cui godono i circoli privati rispetto ai pubblici esercizi, dato che il presupposto legittimante tale regime è dato dalla limitatezza dei soggetti titolati a fruire delle somministrazioni erogate nell’ambito di luoghi non già aperti al pubblico, ma aventi la stessa tutela accordata al privato domicilio.

6 thoughts on “Circoli privati: non basta tesserarsi all’ingresso

  1. Buongiorno.
    Assolutamente d’accordo con quanto pubblicato!
    Nella speranza di fare cosa gradita, lascio un paio di link nei quali si parla della non contestualità tra presentazione della domanda di ammissione e pagamento della quota sociale http://www.tuttononprofit.com/2013/09/come-gestire-la-domanda-di-ammissione.html e di cosa accade quando si costituisce una Associazione per gestire un pub o un’attività di ristorazione http://www.tuttononprofit.com/2013/05/aprire-una-attivita-di-ristorazione-con.html
    Buon pomeriggio e complimenti per l’articolo.
    I migliori saluti,
    Gabriele Aprile

  2. Buongiorno, io sono titolare di una ditta individuale. Ho un contratto di affitto d’azienda con un circolo e faccio somministrazione con bar e ristoro per i soci del circolo.
    Il controsenso è che io sia obbligata a lavorare solo con i soci e a richiedere la tessera nei locali in cui lavoro pagando un affitto molto oneroso e non avendo nessuna agevolazione in quanto non sono circolo ma ditta individuale.
    C’è un modo per ovviare a questa incoerenza?
    Di questi tempi, con questa crisi è difficile per me pagare l’affitto lavorando solo con i soci, vorrei aprire agli esterni, è un’esigenza impellente per non chiudere la mia attività.
    Grazie per la risposta se ci sarà.

  3. Perchè non prova ad aprire un esercizio di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande???
    Essendo sicuramente in possesso dei requisiti morali e professionali, dovrà presentare al Comune ove intende avviare l’attività una SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) con efficacia immediata, potrà in pratica iniziare l’attività subito dopo aver presentato la pratica, oltre alla richiesta di registrazione sanitaria (detta anche SCIA sanitaria) per l’attività di manipolazopne e preparazione di alimenti e bevande, anch’essa presentata al comune.
    Qualora la zona in cui vuole avviare tale attività è sottoposta a programmazione, dovrà chiedere al comune il rilascio dell’autorizzazione amministrativa.
    Dopodichè potrà somministrare a tutti indistintamente.
    Auguri e buon lavoro.
    C. te Michele Pezzullo

    • Una Associazione della Mia zona che ha costituito un parco giochi con esecuzione di feste di compleanno e cene di classe ( la cui somministrazione di bevande viene dall’esterno mediante catering o viene portata dai soci ) , ha adottato l’escamotage di tesserare il solo genitore organizzatore della festa e considerare tutti gli altri come Ospiti e quindi accedenti alla struttura senza essere di fatto tesserati . Questo comporta che praticamente la stragrande maggioranza delle persone che accedono e godono della struttura non sono tesserati ! E’ una prassi accettabile ? e se si per quale principio di legge ? Ovviamente come parco giochi sono detenuti all’interno anche dei Gonfiabili di pertinenza del Pubblico spettacolo ! Per di più il circolo opera a vetrine libere e su strada principale di scorrimento . Grazie

  4. Salve,
    volevo sapere se una discoteca e un discopub hanno le stesse licenze e se possono legalmente selezionare la clientela in base al vestiario,alla presenza di compagna/o (c.d. ingresso in coppia)rifiutando in tal modo l’accesso alle persone “non accompagnate” ovvero “non in lista”.
    Grazie.

    • I locali di pubblico spettacolo sono autorizzati ex art 68 Tulps nonchè ai sensi dell’art. 86 Tulps per il richiamo dell’art. 152 del reg.d’esecuzione del Tulps stesso. Proprio il richiamo all’art. 86 del Tulps fa scattare gli obblighi di cui all’art. 187 del regolamento di esecuzione del Tulps che impone ai gestori di questi locali di non fare la selezione all’ingresso dei locali quindi il comportamento segnalato è illegale e va sanzionato.

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