Il mendicante violento viene condannato per rapina

Approfondimento di Cino Augusto Cecchini

14 Luglio 2022
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Un mendicante senza fissa dimora è stato condannato per rapina poiché aveva messo in atto un’azione violenta (minacce e comportamento violento) nei confronti di due persone fermate per strada, facendosi consegnare da costoro nove euro.
La difesa, in sede di ricorso in Cassazione, aveva sostenuto l’assenza di una minaccia o di una violenza che potessero essere ritenute idonee ad integrare il reato di rapina, ma la Suprema Corte ha evidenziato l’incompatibilità logica tra la tesi difensiva (assenza di minaccia o violenza) e la tesi propugnata dalla Corte d’Appello e dal Tribunale, data dalla circostanza che una delle due vittime aveva subito una lesione personale (ferita lacerocontusa), che non era stata altrimenti giustificata in ricorso e che era stata ritenuta nei precedenti giudizi pienamente aderente alle dichiarazioni delle persone offese, le quali avevano affermato che tale ferita fosse stata la conseguenza della condotta predatoria ed aggressiva dell’imputato.

 

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