Legge di Bilancio 2024

Gli stanziamenti previsti per gli Enti Locali

25 Ottobre 2023
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9,9 miliardi di euro per il taglio del cuneo fiscale: questa la misura che domina largamente la scena degli stanziamenti della Legge di Bilancio 2024: poi si stagliano i tre miliardi per la sanità, che nel 2025 e 2026 crescono rispettivamente a 4 e 4,2 miliardi. L’anno prossimo sono 3 i miliardi anche per i rinnovi dei contratti del pubblico impiego, ma per il fatto che 2 miliardi sono anticipati per decreto a quest’anno quindi il finanziamento a regime è confermato a 5 miliardi. Chi non riceverà l’anticipo a Natale, come i dipendenti di Regioni ed Enti locali, se lo vedrà riconoscere l’anno prossimo (anche se tempi e modalità devono ancora essere chiarite).

Il testo ufficiale della Legge di Bilancio 2024

Il testo ufficiale della Legge di Bilancio 2024 (bozza disponibile qui) è atteso al Senato tra oggi e domani rispettando quasi i tempi che prevedono l’invio alle Camere entro il 20 ottobre, come ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Ma i 91 articoli delle bozze circolate questa settimana gettano fanno un po’ di chiarezza sul testo che dopo l’esame in Consiglio dei ministri lunedì 16 ottobre è stato oggetto di un lavoro di finitura. Come si legge sul Sole 24 Ore “ai parlamentari, a meno di non cercare nuove coperture, resteranno invece margini limitati perché il fondo per le esigenze indifferibili, strumento tradizionale per finanziare gli emendamenti, riceve 100 milioni sul 2024 e altrettanti sull’anno successivo”.
A far emergere molti aspetti inediti è in particolare il quadro delle coperture, anche se tutti gli elementi dell’impianto chiamato a far quadrare i conti di una Legge di Bilancio vicina ai 24 miliardi e finanziata per 15,7 a deficit emergeranno solo con gli allegati al testo definitivo. Viene qui infatti a precisarsi il panorama della temuta spending review, che accanto ai due miliardi (5% delle spese discrezionali) chiesti ai Ministeri chiama in causa anche Regioni ed Enti locali a cui chiede nel complesso 600 milioni all’anno per cinque anni, dal 2024 al 2028.
La quota maggiore, si legge sul Sole 24 Ore, 350 milioni, è chiesta alle Regioni ordinarie, che dovranno però escludere dai tagli le voci su welfare (missione 12) e salute (13), i Comuni si vedono chiedere 200 milioni mentre gli altri 50 sono a carico di Province e Città metropolitane. Si tratta di tagli lineari, che saranno distribuiti per decreto entro il 20 gennaio in proporzione agli impegni di spesa corrente di ogni Ente, sempre al netto della missione 12. Sono escluse dal contributo solo le amministrazioni in default e pre-dissesto.

Altre misure di rilievo per gli Enti locali

DI seguito segnaliamo alcune ulteriori e importanti misure riferite nello specifico agli Enti locali.
Per il Giubileo del 2025 i Comuni capoluogo, le Unioni di Comuni e le città d’arte e turistiche potranno aumentare l’imposta di soggiorno fino a 2 euro per ogni notte per chi alloggia nelle strutture ricettive del proprio territorio. È quanto prevede la bozza della manovra, che stanzia anche nuovi fondi per il l’Anno Santo: per la pianificazione e la realizzazione delle opere e degli interventi funzionali all’evento è autorizzata la spesa di 75 milioni nel 2024, 305 milioni nel 2025 e 8 milioni nel 2026. Per interventi di conto capitale, si stanziano ulteriori 50 milioni per il 2024, 70 milioni per il 2025 e 100 per il 2026.

Attenzione invece per i Comuni che non riescono a utilizzare i fondi destinati all’aumento degli asili nido e al rafforzamento del welfare locale: questi rischiano il commissariamento. In prima battuta in forma soft, con l’attribuzione dei poteri speciali al sindaco, che dovrà però cedere il passo a un commissario di nomina prefettizia se l’obiettivo continua a essere mancato. L’Ente che non impiega le risorse potrà evitare la sanzione solo certificando che la sua inattività è dovuta alla mancanza di utenti per il servizio da sviluppare. Ma in quel caso dovrà restituire i fondi, che saranno redistribuiti fra le altre amministrazioni locali. Il nuovo meccanismo, descritto nelle bozze della Manovra 2024, scrive Gianni Trovati sul Sole 24 Ore, nasce per attuare la sentenza 71/2023 della Corte Costituzionale e soprattutto per provare a blindare il piano di potenziamento di asili nido, assistenti sociali e servizi di trasporto scolastico per gli alunni disabili, a cui sono destinati fondi crescenti a partire dalla Legge di Bilancio 2020. Proprio da lì nasce il problema, perché l’impianto costruito da quella Manovra puniva gli Enti inadempienti con l’obbligo di restituire le risorse vincolate al welfare: in questo modo, ha obiettato però la Consulta, più dell’amministrazione inefficace si sanzionava l’incolpevole comunità amministrata, che insieme alle risorse avrebbe perso anche la speranza di avere a disposizione più nidi o più assistenti sociali.

>> LA BOZZA DELLA LEGGE DI BILANCIO 2024.

Articolo redatto in collaborazione con Mimesi s.r.l.