In funzione di tale progetto saranno essenziali i seguenti passaggi:
a) la realizzazione di un progetto strategico già condiviso dalle Forze di polizia operanti sul territorio,
in modo da aver già chiari gli obiettivi da raggiungere e le esigenze di ciascuna amministrazione;
b) la stipula di un Patto per l’attuazione della sicurezza urbana tra il prefetto competente e il sindaco del comune interessato, al fine di porre le basi per la realizzazione del progetto di videosorveglianza condivisa;
c) la formalizzazione di un accordo convenzionale che stabilisca prerogative e responsabilità di ciascun attore
In questo modo, la finalità potrà essere determinata congiuntamente da sindaco e prefetto, mentre la tipologia e le modalità di trattamento dei dati, compresi diversi livelli e possibilità di accesso, potranno essere definite in modo specifico per ciascun comando che interviene nell’accordo.
In questo modo, il sistema di videosorveglianza “interforze”, sin dall’origine progettato con finalità di polizia e tutela della sicurezza, potrà effettivamente essere condiviso tra polizia locale e forze di polizia statali, determinando una effettiva collaborazione interistituzionale.
Una prima importante esperienza in tal senso è stata fatta a Livorno, dove il comune ha recepito la richiesta dell’UTG di potenziare i sistemi di videosorveglianza per finalità anche di sicurezza pubblica.
E all’esito dell’installazione, prima di utilizzare i nuovi dispositivi, ha richiesto di formalizzare l’uso di queste installazioni con un accordo di contitolarità sul trattamento dei dati personali.
Il nuovo impianto di videosorveglianza urbana installato dal comune labronico servirà così al meglio tutte le forze di polizia dello Stato e non solo la polizia locale sulla base dell’accordo di contitolarità sottoscritto il 12 marzo 2020 in prefettura dopo il via libera del Viminale.
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