Le biciclette possono circolare ‘contromano’, ma quando mai!
Si può attuare un doppio senso di marcia di cui uno per le sole biciclette previa l’apposizione di una corretta segnaletica.
Il parere del ministero delle Infrastrutture che sta rimbalzando sul web in queste ore, consente sì alle biciclette di circolare nel senso contrario a quello di marcia, ma solo in casi molto limitati: occorre che la strada sia larga almeno 4,25 metri e che ci sia la segnaletica per avvisare i conducenti che potrebbero trovarsi ciclisti in direzione opposta.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con parere prot. 6234 del 21/12/2011, si è espresso a favore della tesi di seguito riportata. Il doppio senso “limitato” consiste in una strada a doppio senso di marcia con una direzione consentita a tutti e quella opposta solo alle biciclette. Si tratta di una forma legale per liberalizzare la circolazione delle biciclette in molte delle strade urbane che, essenzialmente per motivi storici, non sono dotate delle misure geometriche minime indicate per le strade di nuova costruzione.
Secondo il ministero, non si può derogare all’obbligo di circolare a senso unico quando non c’è abbastanza spazio per far passare due veicoli affiancati. Però si può ricorrere a una particolare soluzione: invece di considerare lo spazio di due corsie normali (ciascuna di esse richiede almeno 2,75 metri), si può pensare di strutturare la carreggiata come una corsia per veicoli leggeri (2,75 metri, appunto) più una pista ciclabile, che può essere anche più stretta (1,50 metri). Si arriva così a un minimo di 4,25 metri, strisce di margine comprese.
Difatti le condizioni necessarie per applicare il doppio senso “limitato” sono una larghezza di almeno 4.25 m, il divieto di transito al traffico pesante e il limite di velocità a 30 km/h o ZTL. In tal modo, senza tracciare alcuna corsia dedicata è possibile conciliare il doppio senso delle biciclette in una strada con una sola direzione di traffico veicolare.
Inoltre, occorre anche una segnaletica, che in questo caso è analoga a quella già in uso nelle strade in cui possono circolare contromano alcuni veicoli: per esempio, quelle di accesso ad alcuni ospedali, in cui ci si può trovare un mezzo di soccorso in senso contrario. Quindi, al posto del segnale di «Senso unico» ci andrà il triangolo di «Strada a doppio senso», integrato dai pannelli che chiariscono che il transito in un senso vale solo per le bici.
Analoghi pannelli andranno sotto i segnali che indicano le direzioni consentite. Può anche non essere usata alcuna striscia orizzontale per delimitare le corsie, perché in questo caso non si tratta tecnicamente di corsie separate.
Il ricorso massiccio allo strumento del senso unico, se da una parte può essere utile per scoraggiare il traffico veicolare di transito, dall’altra parte crea situazioni imbarazzanti e di grande scomodità per chi sceglie di spostarsi in bicicletta, in evidente contrasto alle sollecitazioni normative richiamate.
In Europa è piuttosto diffusa la pratica di consentire alle biciclette di circolare nei sensi unici in entrambe le direzioni applicando un cartello integrativo con la dicitura “eccetto bici”, con o senza segnaletica orizzontale di corsia.
In Italia diverse Amministrazioni locali hanno attuato tale soluzione, sia su singole strade che su intere zone dei centri storici regolati come “zone 30”, anche se si tratta di una opportunità ancora controversa dal punto di vista normativo.
La soluzione del senso unico “eccetto bici” è quella più facilmente condivisibile e riconoscibile a livello europeo, semplice da adottare e già sufficientemente collaudata con esiti interessanti sul fronte della sicurezza stradale.
In attesa che il senso unico “eccetto bici” possa giungere a migliore maturazione normativa si è sviluppata una soluzione compatibile per facilitare la circolazione delle biciclette in ambito urbano.
Sostanzialmente consiste nel regolamentare una strada a doppio senso di marcia e vietare un senso ad una o più categorie di veicoli.
Innanzitutto è bene ricordare che le “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade” (DM 05/11/2001), si applicano per la costruzione di nuovi tronchi stradali e sono solo di riferimento per l’adeguamento delle strade esistenti (art.2 come modificato dal DM 22/04/2004).
L’art.4 c.1 lett. d) del DM 557/99 prevede, tra gli itinerari ciclabili, anche i percorsi promiscuo con gli altri veicoli.
Essi possono essere previsti per dare continuità alla rete degli itinerari ciclabili, prevista dal piano della rete degli itinerari ciclabili di cui all’art.3 c.1, nel caso in cui non sia possibile, per motivazioni economiche o di insufficienza degli spazi stradali, realizzare piste ciclabili. (Il piano è obbligatorio per tutti i comuni superiori a 30.000 abitanti) In tal caso è necessario intervenire con idonei provvedimenti mirati a ridurre il differenziale di velocità tra ciclisti e automobilisti.
Al riguardo l’istituzione di una zona a velocità limitata di cui all’art. 135 c.14 del DPR 495/92 (zona 30), può ritenersi confacente all’esigenza sopra rappresentata, purché in condizioni di ridotto traffico veicolare.
Dall’attuale formulazione dell’art.4 c.5 del DM 557/99 non ci sono vincoli sulla modalità di realizzazione di itinerari promiscui anche di senso opposto.
Qualora per difetto di spazio non sia possibile la realizzazione di una pista ciclabile in sede propria, ex art.6 c.1 e art.7 c.4 del DM 557/99, di senso opposto a quello veicolare, appare quindi ammissibile realizzare percorsi promiscui limitando il transito in senso opposto ai soli velocipedi, mediante l’impiego della segnaletica di obbligo di cui all’art.122 cc.2-3 del DPR 495/92 (figg. 80/81), integrata con i pannelli di cui all’art. 83 c.3 Mod. II 4.
Qualora i veicoli provengano da un senso unico, su entrambi i sensi di marcia deve naturalmente essere apposto il segnale “doppio senso di circolazione”.
In merito alle dimensioni della sezione stradale, nell’ipotesi di strade locali urbane, si può fare riferimento al modulo minimo di corsia pari a 2,75 m, maggiorato della larghezza minima di corsia ciclabile pari 1,50 m, per un totale di 4,25 m.
Tale misura è da intendersi attualmente come minima inderogabile per consentire il transito di veicoli a motore di massa complessiva fino a 3,5 t in un senso, e di velocipedi a due ruote in senso opposto.
Per motivi di sicurezza non è opportuno consentire la sosta sulla mano percorsa dai velocipedi.
Per quanto riguarda la segnaletica orizzontale, come consentito dall’art.138 c.6 del DPR 495/92, non si dovranno tracciare le strisce longitudinali; conseguentemente, non essendo definite le corsie di marcia, non si dovrà fare uso della segnaletica verticale di cui all’art.135 c.19 (“uso corsie”); in tal caso tutti i conducenti dovranno adottare il comportamento di cui all’art.143 cc.1-2 del Codice della Strada e, qualora si necessario, quello di cui all’art. 150 c.1.
La diffusione della bicicletta dipende dalla continuità ed estensione della rete ciclabile, ovvero di quel sistema complesso e integrato di spazi dedicati (piste ciclabili) e spazi condivisi (strade con traffico non elevato), che consente di organizzare gli spostamenti in bicicletta in modo efficiente. La possibilità di circolare in bici in doppio senso di marcia permette un completamento a basso costo della rete ciclabile e offre interessanti alternative a strade fortemente trafficate.
Ora il fatto che ci sia un parere non vincola i gestori di strade a rispettarne il contenuto, ma di certo può essere un elemento importante per la difesa e per l’accusa qualora ci sia un incidente e il gestore vada sotto processo.
io sarei piuttosto per semplificare la vita, agli automobilisti(italiani),che già per loro natura tendono a complicarsela!!!
e con tutti i problemi che abbiamo in merito alla sicurezza sulle strade questi scienziati partoriscono queste idee abominevoli….ma riflettessero come stangare in maniera severa le vittime del 186 e 187 c.d.s. sempre se sanno di cosa si tratti…
ma da quando un Parere può derogare una legge (CdS)?
Dunque
per me è una grandissima ed enorme cretinata fare andare le biciclette in doppio senso e da persone che non hanno la cognizione di quello che stanno facendo; visto che molti ciclisti non guardano dove vanno e si credono peggio dei camionisti padroni della strada, si danno il lusso di invadere la corsia come meglio credono: anche io vado in bicicletta ma vi giuro che saro’ andato contromano due volte proprio perchè la trovo una cosa inutile e dannosa.
Poi molti sono persone anziane che prima di fare la prima pedalata devono far fare l’equilibratura della bicicletta perchè vanno come ubriachi….e poi va beh hanno dato il consenso per andare contromano ma se sei in auto in una strada a senso unico e ti vedi sbucare uno in bici contromano e lo metti sotto ……………..chi cavolo ha ragione? io non mi faccio niente ma lui come minimo mi deve pagare i danni all’auto ………….se si è fatto male cavoli suoi…la prossima volta stia piu attento. Queste sono le furbate che fanno in Italia ed in Europa…..non è mica detto che se è legge è fatta con i santi criteri di una persona intelligente……tante cavolate fanno in Italia ed infatti si vede come stiamo andando a finire.
Mi piacerebbe che la polizia municipale rispondesse a questo quesito; se metto sotto il ciclista contromano essendo io a senso unico chi ha ragione ?
Grazie
A me sembra una grande fesseria ma è opportuno precisare che le bici controsenso devono, obbigatoriamente, circolare entro i limiti della pista ciclabile e non entro i 4,75 mt.
Un’altra cosa, nelle ZTL e cioè dove è consentito l’accesso solo ai pedoni anche le bici non possono cicolare
Come al solito si guarda solo al proprio orticello. Se tutti utilizzassero i mezzi pubblici o le biciclette (pubbliche o private) non ci sarebbe il problema del traffico e gli automobilisti non farebbero da padroni. Ci si preoccupa del veccheitto in bici che va a zigzag, ma non ci si preoccupa del fatto che un automobilista occupa da solo lo spazio di 5 biciclette: chi è quindi che fa il bullo in mezzo alla strada? Quello che davvero servirebbe è un minimo di buon senso e di educazione da entrambe le parti, gli automobilisti e i ciclisti. Dubito però che un automobilista si sia mai ritrovato un’enorme bici di 2 x 4 metri ad ostruirgli il percorso o a batterlo in una gara di velocità per bruciare il semaforo a tutti i costi. Quindi prima di lamentarvi dei ciclisti provate a guardare come guidate le vostre auto. Io sono automobilista, ciclista e pedone a seconda delle circostanze, ma quando da automobilista mi fermo per permetere ad un pedone di attraversare la strada o ad un ciclista di percorrere la sua pista senza avere le mie ruote sul manubrio sono sempre “aggredito” da clacson degli altri automobilisti che il codice della strada lo hanno visto solo in cartolina e hanno paura della vecchietta in bici! Volete un mezzo di trasporto enorme con il motore e tutto il resto? Bene, prima però abbiate rispetto per chi compie il vostro stesso tragitto in modo più umile e senza spendere migliaia di euro in rate, assicurazione e benzina
Daniele, hai torto tu perchè il ciclista non è in contromano. C’è l’opportuna segnaletica, è scritto nell’articolo. Non l’hai letto?
Negli ultimi decenni abbiamo assistito all’introduzione di norme e leggi che hanno avuto come obiettivo migliorare ed incrementare la sicurezza sulle strade. Quello che si prospetterebbe, qualora fosse modificato il codice della strada secondo il parere espresso del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, esporrebbe ad un maggior rischio sia i ciclisti sia gli automobilisti. Se esistono i sensi unici vanno rispettati da tutti. Sarebbe interessante… vedere circolare di sera una bici priva di luci in senso vietato o su una strada percorribile secondo quanto avrebbe espresso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ci sono moltissimi ciclisti disciplinati, ma per quei pochi strafottenti ed irresponsabili spetta agli organi di Polizia preposti fare rispettare il codice della strada per la sicurezza di tutti.
L’opportuna segnaletica!!! La freccia va in una direzione e la bicicletta in senso inverso. Mi sembra che il legislatore avesse le idee un pò confuse
Siamo alle solite…per regolametare ulteriormente una situazione peraltro già contemplata nel Codice della Strada, si partoriscono abomini legislativi del cazzo.
Adesso io mi chiedo, ma l’operatore tipo di Polizia (CC,GDF,PS e Polizia Municipale, in una circostanza di un controllo di routine ad un conducente di bicicletta, per verificare la corretta circolazione di quest’ultimo, impiegherà non meno di mezz’ora per accertare tutte le variabili previste da questa normativa, senza contare che ogni regione, provincia e comune fa da se, quindi la segnaletica sarà varia e improbabile un po ovunque, se diamo per certo che sia stata apposta… ergo nessuno controllerà i ciclisti, troppo tempo perso per poi concludere poco o nulla. I ciclisti quelli bravi e coscenziosi non creeranno mai problemi, ma la grande maggioranza sarà simpatico rilevare i casini che continueranno a fare. Bene in caso di sinistro stradale tra veicolo e velocipede contro mano, fermo restando le chiare difficoltà tra segnaletica e viabilità, come sarà gestito? Semplicemente con una montagna di carta con corsi e ricorsi, richieste di risarcimenti a vario titolo e poi le assicurazioni in mancanza di dati certi si rivolgeranno al collaudatissimo concorso di colpa, ove come al solito chi di fatto ha ragione, la prende in quel posto comunque per par condicio. Se poi non paga nessuno, si va a far cassa, almeno ove possibile al fondo vittime della strada, che tutti noi colmiamo puntualmene con i soliti rincari assicurativi, ove però i gestori delle stesse non perdono un centesimo dei loro introiti, paga lo Stato, ovvero noi.
Ma non basterebbe disporre che i velocipedi debbano rispettare il normale senso di marcia e operare le normali manovre autorizzate ai ciclomotori? Mentre ove possibile e nelle città con una viabilità più aggiornata creare le corsie preferenziali? Troppo difficile siamo ITALIANI
A mio avviso, nel traffico promiscuo i ciclisti mai si sentono, e sono, così sicuri, come quando viaggiano contromano: ciò, per la chiara ragione che . . . vedono il pericolo! Nella mia attività di giudice, avendo esaminato forse migliaia di infortunî stradali, non ricordo (a parte incidenti complessi, situazioni particolari) casi di ciclisti investiti da autovetture o furgoni provenienti dalla direzione opposta. Aggiungo: secondo me, anche per gli automobilisti le biciclette di fronte vanno benissimo: questo, per l’ovvio motivo, anche qui, che . . . le vedono! (mentre affiancarle è manovra ansiogena). Grazie.
Egregio Sig. Giudice Carlo Lauletta,
finalmente leggo un parere netto e coraggioso sulla circolazione contromano delle biciclette, che condivido pienamente per averla sperimentata. Sono anni che mi batto per affermare che per un ciclista è più sicuro circolare sempre contromano sia sulle strade urbane che su quelle extraurbane, a senso unico o a doppio senso di circolazione proprio perché il ciclista diventa parte attiva della sua sicurezza. Viaggiare a sinistra, contromano è tanto più utile quanto più sono strette le strade. Il ciclista è più assimilabile a un pedone che a un veicolo tradizionale. Non bisognerebbe farsi trarre in inganno dal vocabolo “veicolo”. Il codice della strada prescrive giustamente ai pedoni di rendersi ben visibili e di percorrere le strade contromano, dove non ci sono i marciapiedi. Naturalmente tutto può diventare più semplice se nel codice della strada si introducesse questa norma e la si portasse a conoscenza dei cittadini mediante una opportuna campagna di informazione sui giornali, su Internet, in TV, nelle scuole guida, e venisse aggiornata la segnaletica stradale. Così come stanno le cose attualmente, si registrano 250/275 ciclisti morti e 17.000 feriti, ogni anno sulle strade italiane. Bisognerà pur fare qualche cosa se si vuole fermare questa strage. Ben vengano le piste ciclabili, ma in mancanza di esse si cominci a sperimentare nuove modalità di circolazione. Molti sono i comportamenti scorretti che si registrano nella circolazione sulle strade da parte di tutti gli utenti, automobilisti, motociclisti, ciclisti, pedoni. Forse non tutti si rendono conto che sulla strada non si deve delegare la propria sicurezza alla responsabilità, attenzione e perizia, degli altri. Ecco, appunto, ci vuole più responsabilità e attenzione da parte di tutti per ridurre al minimo gli incidenti. Sappiamo bene che i comportamenti scorretti in molte attività umane, in Italia, sono moltissimi. Lei che è magistrato avrà avuto modo di verificarne molti. Purtroppo, una buona parte degli incidenti stradali, sono attribuibili solo al comportamento umano scorretto, come la distrazione la eccessiva velocità, la assunzione di alcol e droghe. Gli incidenti che dipendono dal nostro comportamento, e non da cause esterne, potrebbero essere notevolmente ridotti modificando la nostra condotta. Un saluto cordiale.
Le nostre città sono antiche e piene di storia, ma molto spesso con strade troppo strette. Le amministrazioni comunali si trovano nella necessità di studiare piani di circolazione particolari che prevedono molti sensi unici e alle volte sono costrette ad allungare i percorsi dei veicoli a motore per snellire il traffico. Le biciclette non potrebbero seguire questi percorsi lunghi e per questo, le amministrazioni, consento loro la circolazione anche contromano. Le biciclette invadono anche i marciapiedi perché, in molti casi, è molto pericoloso circolare sulle strade assieme alle automobili. Sono fatti di cronaca, a confermarlo. E fanno molto bene le amministrazioni che consentono di circolare contromano alle biciclette, perché incentivano l’uso della bicicletta a tutto vantaggio dell’aria pulita e del traffico.
Il Corriere della Sera il 28 settembre 2017 da notizia che il comune di Milano ha consentito il transito a doppio senso di marcia alle biciclette in Via Brera perché il traffico veicolare motorizzato è scarso. Soluzione quasi ovvia se il traffico veicolare tende a zero. È dove il traffico è più intenso che occorre avere coraggio e consentire alle biciclette di andare contromano, apponendo la segnaletica opportuna e affiancare il provvedimento con una campagna pubblicitaria. Parafrasando una nota pubblicità si potrebbe dire: “Ti piace vincere facile?”
Comunque è un buon segnale, l’importante è cominciare, come dice il proverbio “Chi ben incomincia è a metà dell’opera”. Provvedimento che in altre città di provincia è già stato adottato con successo.
Penso che la circolazione contromano delle biciclette potrebbe indurre gli automobilisti a prestare maggior attenzione e tenere un’andatura più lenta.
Con questa modalità di circolazione, non si possono escludere in assoluto il verificarsi di incidenti dovuti a varie cause di comportamento scorretto da parte dei ciclisti o degli automobilisti. D’altra parte, ci sono automobilisti che attraversano gli incroci, a velocità sostenuta, col semaforo rosso, e ciclisti che tagliano la strada alle automobili. E, qui non ci sono modalità sicure di circolazione.