La vicenda dell’ennesimo “pacchetto sicurezza” sta animando in questi giorni il dibattito parlamentare e politico.
Il nuovo provvedimento legislativo, adottato dal Governo nella seduta del Consiglio dei ministri del 4 aprile 2025 – il cui testo definitivo è rimasto blindato per giorni (chissà, qualcuno dice, per apportarvi ulteriori modifiche dopo la sua formale approvazione collegiale) e di cui siamo al momento in attesa della pubblicazione in gazzetta ufficiale – contiene una serie di disposizioni di indubbio interesse per la polizia locale (e non solo ovviamente) e necessita di analisi e approfondimenti di dettaglio che sarà nostra cura proporre con più approfondimenti specifici.
Prima però di inquadrare in generale la struttura del nuovo decreto-legge e poi procedere ad analizzare i singoli aspetti di nostro più tradizionale interesse, proviamo a capire cosa è successo a livello di iter parlamentare, invero un po’ singolare ed ai limiti del dettato costituzionale di riferimento, ma certamente non nuovo ed osservato anche in molte altre pregresse occasioni.
In breve:
– nel novembre del 2023 il Governo approva un disegno di legge recante sostanzialmente lo stesso titolo del nuovo decreto-legge;
– in data 22 gennaio 2024 il pacchetto sicurezza viene presentato alla Camera dei deputati, ove assume la numerazione 1236. L’esame in commissione inizia il 27 febbraio 2024 e si conclude in data 6 agosto 2024;
– in data 18 settembre la Camera dei deputati approva il nuovo disegno di legge e lo trasmette al Senato, ove assume la numerazione 1660;
il Senato procede all’analisi in commissione, respinge tutti gli emendamenti e alla data del 27 marzo 2025 il provvedimento di nuovo conio era pronto per l’approvazione definitiva con una versione esattamente coincidente con il testo approvato dalla Camera dei deputati.
A questo punto accade qualcosa. Dal Quirinale – si racconta – pervengono censure dirette ad alcuni parti del provvedimento (erano in discussione soprattutto sei punti non direttamente coinvolgenti aspetti di nostra sicurezza).
Il Governo – immaginiamo dopo non trascurabili attriti – si manifesta disposto ad accogliere le obiezioni, ma una approvazione in questo senso in Senato avrebbe comportato il ritorno alla Camera con tempi non compatibili (dicono i più cattivi) con lo svolgimento del congresso della lega e a questo punto si realizza quello che è stato definito “colpo di mano”. Il Governo stralcia il disegno di legge 1660 e lo trasforma in un decreto-legge dai contenuti sostanzialmente coincidenti con il disegno di legge, fatta eccezione per l’accoglimento delle censure proposte dagli uffici legislativi della presidenza della Repubblica e per pochi altri, ma ovviamente importantissimi, aspetti.
Lasciamo ovviamente alla stampa specializzata la valutazione di questa stridente manovra politico-parlamentare sicuramente non ortodossa, ma non certamente innovativa, atteso che in altri momenti già si era assistito a manovre di questo tipo.
Il provvedimento, dunque, dopo la sua pubblicazione sarà legge (materiale), almeno per i prossimi 60 giorni, entro cui – ci immaginiamo non senza attriti – dovrà essere convertito ai sensi dell’articolo 77 C. da entrambi i rami del Parlamento.
A noi – soprattutto in questa sede – non resta che prendere conoscenza dei suoi contenuti, limitando ovviamente l’osservazione agli aspetti di interesse della polizia locale, in materia di sicurezza urbana.
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