Con 149 voti favorevoli, 3 contrari e 15 astensioni, l’Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando definitivamente il ddl, che introduce i reati di omicidio stradale e di lesioni personali stradali.

3 Marzo 2016
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Dal Senato

Il relatore, sen. Cucca (PD), ha riassunto il contenuto del ddl, in quinta lettura al Senato, che punisce con la reclusione da 8 a 12 anni l’omicidio stradale colposo commesso da conducenti un veicolo a motore in stato di ebbrezza alcolica grave o di grave alterazione psico-fisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope; in stato di ebbrezza o alterazione psicofisica meno grave laddove si tratti di conducenti che esercitano professionalmente l’attività di trasporto di persone e di cose. È, invece, punito con la pena della reclusione da 5 a 10 anni l’omicidio stradale colposo commesso da conducenti di un veicolo a motore in stato di ebbrezza alcolica con minore tasso alcolemico, che abbiano superato specifici limiti di velocità, che abbiano attraversato le intersezioni semaforiche disposte al rosso o abbiano circolato contromano, che abbiano effettuato manovre di inversione del senso di marcia in prossimità o in corrispondenza di intersezioni, curve o dossi, che abbiano effettuato sorpassi azzardati. La pena è, tuttavia, diminuita fino alla metà quando l’omicidio stradale, pur cagionato da condotte imprudenti, sia conseguenza anche di una condotta colposa della vittima. La pena è aumentata se l’autore del reato non ha conseguito la patente (o ha la patente sospesa o revocata). Nel caso in cui il conducente provochi la morte di più persone ovvero la morte di una o più persone e le lesioni di una o più persone, la pena è aumentata fino ad un massimo di 18 anni. E’ prevista una specifica circostanza aggravante nel caso in cui il conducente, responsabile di un omicidio stradale colposo, si sia dato alla fuga. Il relatore, infine, ha dato conto della modifica apportata, in quarta lettura, dall’altro ramo del Parlamento in ordine al comma 6, dell’articolo 1. La Camera ha riscritto il comma 8 dell’articolo 189 del codice della strada, che il Senato aveva abrogato: è esclusa l’ipotesi dell’arresto in flagranza di reato, prevista in caso di omicidio stradale, ove il conducente si fermi e presti assistenza a coloro che hanno subito danni alla persona, mettendosi a disposizione degli organi di polizia giudiziaria, e dall’incidente derivi il delitto di lesioni personali colpose.

Respinta la questione sospensiva avanzata dal sen. Giovanardi (GAL), contro la quale si è pronunciato il sen. Lumia (PD), è iniziata la discussione generale, alla quale hanno partecipato i sen. Nadia Ginetti, Rosanna Filippin (PD), Candiani, Divina (LN), Scilipoti Isgrò, Malan (FI-PdL), Liuzzi (CR), Giovanardi (GAL), Mazzoni (AL), Mussini (Misto). Pur favorevoli ad un inasprimento delle sanzioni per la guida in stato di ebbrezza o di alterazione derivante dall’assunzione di sostanze stupefacenti, le opposizioni hanno rilevato la sproporzione delle pene (la pena per l’omicidio è aumentata di quattro volte, per le lesioni particolari di otto volte, in caso di fuga del conducente la pena supera quella prevista per l’omicidio preterintenzionale). Hanno criticato inoltre l’equiparazione degli incidenti conseguenti alla guida in stato di ebbrezza con gli incidenti derivanti da specifiche violazioni del codice della strada. Infine, l’esclusione dell’arresto in flagranza nel caso di soccorso da parte del conducente, a fronte di lesioni personali colpose, sarebbe stata più coerente se avesse incluso anche l’ipotesi di omicidio stradale: potrebbe risultare difficile per il conducente distinguere, nell’immediatezza del fatto, tra l’evento di lesioni e quelle di morte.

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi ha evidenziato che l’azione del Governo non è limitata all’inasprimento delle pene: sono state stanziate risorse per la manutenzione del manto stradale e per progetti educativi nelle scuole. Inoltre, è all’esame del Senato una riforma del codice della strada. Ha quindi posto la questione di fiducia sull’approvazione del testo licenziato dalla Camera.

La Conferenza dei Capigruppo ha organizzato la discussione. La chiama avrà inizio alle ore 17. E’ stata inoltre acquisita la disponibilità del Ministro degli esteri a rendere un’informativa sulla situazione in Libia mercoledì 9 marzo alle ore 11.

Nella discussione sulle questione di fiducia sono intervenuti i sen. Giovanardi (GAL), Erika Stefani (LN), Uras (Misto-SEL) e Amidei (FI-PdL). Nelle dichiarazioni di voto hanno annunciato la fiducia i sen. Alessandra Bencini (Misto-IdV), D’Ascola (AP) e Lumia (PD). Hanno negato la fiducia i sen. Bruni (CR), Crosio (LN), Giovanardi (GAL), Maria Mussini (Misto), Buccarella (M5S) e Caliendo (FI-PdL). La sen. Bellot (Misto-Fare) e il sen. Falanga (AL) hanno annunciato la non partecipazione al voto. Le opposizioni hanno criticato l’abuso della questione di fiducia. Il ddl riguarda un tema sul quale si sarebbe potuta e dovuta realizzare un’ampia convergenza. In Assemblea sono stati presentati soltanto tre emendamenti: il ricorso alla fiducia, per compattare la maggioranza, assesta un altro colpo alla democrazia parlamentare.

Su richiesta del sen. D’Ascola (AP), l’esame della delega per la riforma della magistratura onoraria è stato rinviato a domani.

In apertura di seduta il sen. Schifani (AP), dopo aver ricordato che nell’iter della riforma sulle banche popolari il Senato è stato espropriato delle sue prerogative, ha invitato il Presidente a raggiungere intese con la Presidente della Camera affinché il Senato abbia tempi adeguati per esaminare il decreto di riforma del credito cooperativo. All’invito a riequilibrare il ruolo legislativo delle due Camere, si sono associati i sen. D’Alì (FI-PdL), Tosato (LN), Giovanardi (GAL), Compagna (CR) e Fornaro (PD). Il sen. Vacciano (Misto) ha ricordato che la presentazione dei due provvedimenti alla Camera ha vanificato l’importante lavoro di approfondimento conoscitivo svolto in Senato sul sistema bancario. La sen. Bottici (M5S) ha rilevato che i Gruppi di maggioranza sono responsabili di procedure che mortificano o annullano il ruolo del Senato prima dell’entrata in vigore del supermento del bicameralismo paritario. Il Presidente ha comunicato che il decreto è stato già calendarizzato alla Camera per il 14 marzo.