Rilevamenti automatici delle infrazioni semaforiche e giurisprudenza di legittimità: una svolta silenziosa?
L’approfondimento a cura di S. Maini

26 Agosto 2011
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Considerazioni a margine di Cassazione civile, sezione II, 2 febbraio 2011, n. 2436

Il caso è tutt’altro che nuovo: rilevamento automatico (1) di infrazione semaforica (2), ovviamente senza contestazione immediata. Anno: 2002. Il Giudice di pace accoglie il ricorso per violazione di legge: (illegittimo) difetto di contestazione immediata (3). Si va per legittimità e la Corte cassa, con rinvio, la pronuncia di merito (a sua volta) per violazione di legge. Quale legge? (Ovviamente) Il regolamento del Codice della Strada (4), ed in particolare del suo art. 384, che, ci rammenta la Corte, tra i casi di legittimità, in sé, della contestazione differita “… inseriva (5) … proprio la violazione riconducibile all’attraversamento di un incrocio con il semaforo indicante la luce rossa (lett. b), a cui si aggiungevano (v. lett. e) anche tutti gli accertamenti delle violazioni per mezzo di appositi apparecchi di rilevamento che avrebbero consentito la determinazione dell’illecito in tempo successivo ovvero dopo che il veicolo oggetto del rilievo fosse già a distanza dal posto di accertamento o comunque nella impossibilità di essere fermato in tempo utile o nei modi regolamentari. …”. Insomma, per quanto ne ho capito: nel caso di infrazioni semaforiche rilevate con apparecchiature regolarmente omologate, la contestazione differita era (già nel 2002) del tutto legittima ed anzi, rincara la Corte, esiste(rebbe) al proposito una “… consolidata giurisprudenza … (v., tra le tante, Cass. 15 novembre 2001, n. 14313; Cass. 8 agosto 2003, n. 11971; Cass. 28 aprile 2004, n. 8087, e Cass. 26 ottobre 2005, n. 20686) aveva rilevato che la suddetta norma identificava alcuni casi … di impossibilità di contestazione immediata, tipizzandoli, senza, perciò, lasciare, in caso di loro sussistenza rapportata alla tipologia delle violazioni accertate, alcun margine di apprezzamento in sede giudiziaria circa la possibilità di contestazione immediata, per cui la loro indicazione nel verbale di contestazione implicava di per sé la giustificazione della mancata contestazione immediata, stante l’affermazione ex lege della sua impossibilità, con la conseguente legittimità della contestazione differita nei termini prescritti. …”.
(Mi) Parrebbe di capire, insomma, che tutto sia non soltanto ora, ma sia sempre stato, chiarissimo e scontato, considerato che la Corte, come detto, fa riferimento, citandola con precisi riferimenti, ad una “consolidata giurisprudenza” (6) .
Ora, che quanto meno dopo la legificazione, ad opera del d.l. n. 151/2003, cit. (7), dell’art. 384, reg. CdS (8), nel comma 1-bis dell’art. 201, CdS, e la (non necessaria ma quanto mai opportuna) “precisazione” del successivo comma 1-ter della stessa disposizione, i rilevamenti delle infrazioni semaforiche in modo automatico (senza agente sul posto) e senza – ovviamente – contestazione immediata siano del tutto legittimi (9), mi pare assai difficile dubitare, ma che davvero esista “consolidata giurisprudenza”, anche di legittimità, in tale senso, mi permetterei, per quel nulla che conta, di esprimere qualche dubbio.
Per quanto mi consta, infatti, la giurisprudenza della II sezione della Corte, dopo l’impeccabile (per me) esordio con la decisione n. 21457/2005 (10), mi pare si sia indirizzata (per me: inspiegabilmente) proprio nel senso esattamente opposto.
Basti pensare non soltanto alle notissime decisioni n. 23301/2005 (11) e n. 8465/2006 (12) (si dirà e ben a ragione: riferite al quadro normativo precedente la riforma del 2003, e perciò comunque inapplicabili alle violazioni posteriori (13)), ma anche, più di recente e con riferimento a violazioni commesse dopo detta riforma, alle pronunce n. 7388/2009 e n. 23084/2009 : pronunce tutte che, specificamente con riferimento alla violazione dell’art. 146, comma 3, CdS, mi pare affermino esattamente il contrario di quella qui in commento (mi pare del resto che nessuno dei precedenti da quest’ultima citati ad exempla di una pretesa “consolidata giurisprudenza” siano riferiti ad infrazioni semaforiche, parendo invece tutti relativi alla violazione dell’art. 142, CdS (14) (15)…

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