L’obiettivo è trasformare la rete stradale nazionale affinché sia in grado di dialogare con i veicoli connessi di nuova generazione, preparando il terreno ai mezzi a guida automatica. Via libera dunque alla copertura di strade e autostrade con servizi di connessione e hotspot WiFi nelle aree di servizio e di parcheggio, unitamente ad un sistema che riveli traffico e condizioni meteo elaborando previsioni a medio-breve termine. Lo sviluppo infrastrutturale dovrà permettere al viaggiatore non solo di ricevere in tempo reale le informazioni ma anche di comunicare in modo attivo con il gestore in merito alle condizioni stradali, eventuali congestioni o eventi anomalie.
Le norme stabiliscono che potranno richiedere le autorizzazioni solo i costruttori di veicoli, gli istituti universitari e enti pubblici e privati di ricerca. Ogni istruttoria seguirà un iter preciso e sarà vagliata singolarmente. Fermo restando il fatto che dovranno essere rispettate una serie di condizioni per garantire la sicurezza dei test.
Gli interventi del decreto Smart road si divideranno in due fasi temporali: da oggi al 2025 ci si concentrerà sulle infrastrutture appartenenti alla rete TEN-T (Trans European Network – Transport) e sugli oltre 6mila chilometri di rete autostradale italiana. Dal 2025 al 2030 i lavori si estenderanno su tutta la rete del Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti, attivando servizi di deviazione dei flussi, di intervento sulle velocità medie dei mezzi, di suggerimento di traiettorie e corsie e di gestione dinamica degli accessi.
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