Dati divergenti tra Roma e Bruxelles sull’andamento della sicurezza stradale. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) parla di risultati significativi a dieci mesi dall’entrata in vigore del nuovo Codice della strada, con un calo del 10,2% dei morti e del 3% dei feriti. La Commissione europea, invece, rileva una sostanziale stagnazione per l’Italia nel primo semestre 2025 e segnala progressi disomogenei nell’intera Ue, dove nel 2023 si sono registrate oltre 20.000 vittime e un rallentamento nella riduzione dei decessi rispetto agli obiettivi del decennio.
Dati a confronto: il calo rivendicato dal Mit e le rilevazioni europee
Secondo il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il nuovo Codice della strada, entrato in vigore il 14 dicembre 2024, avrebbe già prodotto risultati tangibili. Nei dieci mesi successivi si registra una diminuzione di 119 vittime (-10,2%), 1.075 feriti in meno (-3%) e 84 incidenti mortali in meno (-8%).
I dati del Mit, basati sulle rilevazioni di Polizia Stradale e Carabinieri, indicano un calo generale anche del numero complessivo di incidenti (da 61.225 a 60.259, –1,6%) e di quelli con lesioni (da 24.870 a 24.218, –2,6%).
Diversa la fotografia fornita dalla Commissione europea, secondo la quale, nei primi sei mesi del 2025, il numero delle vittime in Italia è “sostanzialmente invariato” rispetto al 2024. Bruxelles segnala inoltre che l’Italia non figura tra i Paesi che mostrano segnali positivi, come Grecia, Polonia, Estonia e Portogallo, dove i decessi stradali sono in calo.
Disallineamento dei dati: diverse fonti, differenti risultati
Il disaccordo nasce dalla diversità dei metodi di rilevazione.
Il Mit considera i dati provenienti dal Ministero dell’Interno, raccolti da Polizia Stradale e Carabinieri, mentre la Commissione europea utilizza la banca dati Care, che raccoglie i numeri armonizzati e trasmessi dagli Stati membri.
Come sottolinea Luigi Altamura, rappresentante di Viabilità Italia per l’Anci, “è necessario migliorare la tempestività e la completezza delle rilevazioni, includendo anche le Polizie locali, che registrano oltre il 60% dei sinistri urbani”.
Bruxelles, sulla base del database europeo, rileva una riduzione solo del 5% delle vittime in Italia dal 2019, contro una media Ue del 12%, segnalando un rallentamento nel ritmo di miglioramento rispetto agli obiettivi fissati.
Il contesto europeo: progressi lenti e disomogenei
Nel 2023, 20.400 persone hanno perso la vita in incidenti stradali in tutta l’Unione europea, pari a 46 morti per milione di abitanti. Il calo rispetto al 2022 è stato solo dell’1%, con una diminuzione del 10% sul 2019.
Un ritmo troppo lento per raggiungere l’obiettivo intermedio dell’Ue: dimezzare vittime e feriti gravi entro il 2030, che richiederebbe una riduzione media annua del 4,5%.
Le differenze tra Paesi restano marcate.
Cechia, Cipro, Polonia, Romania e Finlandia hanno registrato nel 2023 i valori più bassi mai rilevati, con la Polonia in particolare che ha ridotto le vittime del 35% rispetto al 2019. L’Irlanda, invece, ha segnato un preoccupante aumento del 32%.
Sul fronte opposto, Svezia (22 morti per milione) e Danimarca (26) confermano le migliori performance europee, mentre Bulgaria (82) e Romania (81) restano i Paesi più colpiti.
Attualmente, circa 400 persone ogni settimana perdono la vita sulle strade europee. L’Ue prosegue nel progetto “Vision Zero 2050”, che punta a eliminare completamente vittime e feriti gravi entro la metà del secolo. Tuttavia, la Commissione ammette che, dopo il netto miglioramento tra il 2001 e il 2010, i progressi “si sono fortemente rallentati” negli ultimi anni.
Italia e Ue: il nodo della comunicazione statistica
Il contrasto tra le rilevazioni italiane e quelle europee mette in evidenza la necessità di un sistema integrato di raccolta dati e di un coordinamento più stretto con Bruxelles.
Il ministro Matteo Salvini ha espresso soddisfazione per i risultati italiani: “Il nuovo Codice della strada sta dando frutti concreti. Ogni vita salvata è un successo, ma la sicurezza resta una missione da perseguire ogni giorno”.
L’Ue, dal canto suo, sottolinea la necessità di azioni condivise: “Ogni numero rappresenta una vita spezzata — ha dichiarato il Commissario ai Trasporti Apostolos Tzitzikostas —. Per rendere le strade più sicure serve l’impegno congiunto di governi, autorità locali, forze di polizia e cittadini”.
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