Riforma Polizia locale: L’Unione Province Italiane (UPI) chiede una riforma organica

L’UPI chiede una riforma organica  e il riconoscimento delle funzioni provinciali

10 Ottobre 2025
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La nota illustrata alla Commissione Documento UPI audizione Polizia locale

L’Unione delle Province d’Italia (UPI), nell’audizione del 9 ottobre 2025 alla Commissione Affari Costituzionali della Camera, ha ribadito l’urgenza di una legge organica di riordino della polizia locale, ferma da anni. Il Vicepresidente Claudio Scajola ha denunciato il ritardo “macroscopico” dei lavori parlamentari e chiesto che la riforma includa un fondo nazionale per rafforzare i corpi provinciali e comunali. L’UPI chiede inoltre di riconoscere la polizia provinciale tra le funzioni fondamentali delle Province, definendone le competenze in materia di ambiente, viabilità e tutela faunistica, per garantire uniformità e coordinamento sul territorio nazionale.

Indice

Un riordino atteso da decenni


L’audizione dell’Unione delle Province d’Italia davanti alla Commissione Affari Costituzionali ha riportato al centro del dibattito il tema del riordino della polizia locale, ancora regolata dalla legge quadro n. 65 del 1986.

L’UPI ha sottolineato come l’attuale assetto normativo non tenga conto delle profonde modifiche istituzionali introdotte dalla riforma del Titolo V della Costituzione (2001) e dalla legge n. 56/2014, la cosiddetta “legge Delrio”, che ha ridefinito l’assetto delle Province e delle Città metropolitane.

La legge vigente, infatti, non distingue in modo chiaro le competenze tra polizie comunali, provinciali e metropolitane, lasciando ampi margini di discrezionalità alle Regioni. Ne è derivata una situazione di forte disomogeneità territoriale, con difficoltà operative e interpretative per gli enti locali.

L’UPI apprezza l’iniziativa del Governo di promuovere un testo unico di riforma (AC 1716 e abbinate), ma sollecita che il Parlamento concluda l’iter in tempi rapidi, per garantire una disciplina chiara e coordinata delle funzioni e dell’organizzazione dei corpi di polizia locale.

La situazione dei corpi di polizia provinciale


Nel documento depositato in audizione, l’UPI ha illustrato i risultati dell’indagine 2024 sulla struttura delle polizie provinciali: 70 Province su 76 dispongono di un servizio o corpo di polizia, con una media di circa 15 dipendenti per ente e un totale di 970 operatori tra dirigenti, funzionari e agenti.

Questi corpi operano in ambiti fondamentali per la sicurezza territoriale: polizia stradale sulle oltre 130 mila chilometri di strade provinciali, vigilanza ambientale e tutela faunistica. Tuttavia, le dotazioni di personale risultano ancora insufficienti rispetto ai compiti assegnati e alla crescente domanda di controllo e presidio del territorio.

Il Vicepresidente UPI Claudio Scajola, intervenuto all’audizione, ha ricordato come i corpi provinciali abbiano svolto un ruolo essenziale nelle emergenze nazionali — dalla gestione della pandemia ai disastri ambientali — e ha chiesto che il riordino sia accompagnato dall’istituzione di un fondo nazionale per il potenziamento della polizia locale. Tale fondo, secondo l’UPI, dovrà sostenere le assunzioni, la formazione e la dotazione di mezzi per i servizi di polizia in ambito provinciale, comunale e metropolitano.

Le criticità generate dalla “legge Delrio”


La riforma del 2014 (Legge 56/14) ha lasciato un vuoto normativo sulle funzioni delle polizie provinciali. Pur avendo assegnato alle Province compiti di pianificazione territoriale, tutela ambientale e gestione della viabilità, non ha chiarito se e in che misura tali competenze si estendano anche all’attività di polizia.

Questa assenza di chiarezza legislativa ha generato una forte frammentazione, con legislazioni regionali disomogenee e interpretazioni divergenti dei ruoli dei corpi provinciali. Il legislatore nazionale era intervenuto nel 2015 (DL 78/2015) per consentire alle Province di individuare personale di polizia ambientale e stradale, ma il quadro resta incompleto.

L’UPI chiede pertanto che la riforma in corso riconosca formalmente la polizia locale tra le funzioni fondamentali delle Province, includendo espressamente le competenze di polizia ambientale, venatoria, ittica e stradale. Solo un intervento organico potrà ristabilire un quadro uniforme su scala nazionale e consentire un corretto coordinamento con le forze di polizia statali.

Le proposte emendative: accesso ai dati, formazione e chiarezza organizzativa


Tra le proposte illustrate dall’UPI figurano una serie di emendamenti al disegno di legge AC 1716, presentato dal Ministero dell’Interno.
L’obiettivo è duplice: semplificare le regole di coordinamento tra gli enti locali e garantire strumenti operativi adeguati alle polizie locali.
In particolare, l’UPI propone:
• il riconoscimento delle funzioni di polizia locale per Comuni, Province e Città metropolitane;
• l’accesso gratuito alle banche dati del Ministero dell’Interno (SDI) e del Ministero delle Infrastrutture (PRA), in attuazione dell’art. 50 del Codice dell’Amministrazione Digitale, per migliorare la collaborazione operativa con le forze statali;
• la previsione di un programma nazionale di formazione e aggiornamento professionale, che armonizzi • le iniziative regionali e favorisca la cooperazione tra le polizie locali e nazionali;
• la creazione di un “Fondo nazionale per la polizia locale”, con risorse dedicate al triennio 2026–2028, destinato a sostenere il potenziamento del personale e la sicurezza degli operatori.

Un obiettivo comune: uniformità e sicurezza territoriale


Nelle conclusioni, l’UPI sottolinea che il riordino della polizia locale deve fondarsi su due principi cardine: omogeneità organizzativa e sicurezza pubblica.
Le Province, per la loro estensione e le competenze in materia di viabilità e tutela ambientale, sono considerate anelli essenziali nella catena della sicurezza territoriale.
Per questo l’UPI chiede che la riforma garantisca una cornice normativa chiara e stabile, capace di assicurare un modello di polizia locale coerente, coordinato e in grado di collaborare efficacemente con lo Stato e le Regioni.

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