Quali informazioni possono essere desunte dalle tracce di frenata di un veicolo coinvolto in un incidente stradale?
Le tracce di frenata forniscono informazioni fondamentali per la ricostruzione di un incidente. Tracce parallele e uniformi indicano una frenata lineare senza deviazioni. Tracce di lunghezza diversa o con margini irregolari possono suggerire un carico non uniforme sul veicolo o uno squilibrio dei freni, indicando potenziale negligenza nella manutenzione. Tracce discontinue potrebbero essere causate da pneumatici di un rimorchio scarico o da irregolarità del manto stradale. Tracce con margini marcati possono indicare sovraccarico o pressione dei pneumatici insufficiente. Queste informazioni sono cruciali per determinare se una frenata adeguata avrebbe potuto evitare o mitigare l’incidente. Il posizionamento topografico della traccia (inizio e termine) rispetto alla carreggiata ed alla segnaletica orizzontale forniscono informazioni sulla posizione del veicolo al momento della percezione del pericolo da parte del conducente e sulla determinazione dell’angolo di approccio all’urto.
Rilievo del sinistro
Tra gli elementi da ricercare, individuare ed assicurare durante il rilievo del sinistro notevole importanza rivestono, per i tecnici ricostruttori, le tracce di frenata e le abrasioni gommose poiché dalla loro analisi è possibile, di solito, risalire alla velocità dei corpi frenanti, o più correttamente al valore della velocità abbattuta con la produzione della frenata, alle loro traiettorie e, inoltre, costituiscono un valido elemento per stabilire la zona d’urto e ricostruire il comportamento dei conducenti nella fase iniziale dell’incidente, che è la più interessante.
Gli stessi ricostruttori raccomandano ai rilevatori di prestare attenzione alle caratteristiche delle tracce in argomento, spesso genericamente indicate come tracce gommose o usando impropriamente le definizioni di tracce di frenata o di scarrocciamento. È necessario che l’investigatore e il ricostruttore siano in grado di riconoscere da quale situazione dinamica discendano i vari tipi di tracce rilevate e usino i termini corretti per definirle anche se una buona informazione fotografica può essere utile.
Tracce di frenata
Prima di effettuare il rilievo delle tracce di frenata è indispensabile procedere alla loro identificazione, vale a dire individuare, senza alcuna possibilità di errore, il veicolo al quale appartengono i pneumatici che le hanno prodotte avendo presente che quelle disegnate dai pneumatici anteriori possono essere leggermente più larghe rispetto a quelle riconducibili ai pneumatici posteriori. La certezza che una traccia di frenata sia stata prodotta dagli pneumatici di un determinato veicolo si può avere solo quando questo, nella posizione di quiete, si trova “sulla traccia”. In caso contrario, poiché sul teatro del sinistro possono essere presenti tracce riconducibili e non riconducibili all’evento in osservazione, per stabilire quali siano quelle eventualmente prodotte dal veicolo o dai veicoli coinvolti è necessario esaminarne le caratteristiche verificando la compatibilità di queste con quelle degli pneumatici.
Come previsto dalla norma gli elementi che devono essere rilevati per collegare le tracce ad un autoveicolo sono, oltre all’impronta dello pneumatico ove possibile:
– la larghezza della traccia. Deve essere pressoché uguale a quella dello pneumatico e comunque non minore perché nel momento in cui il conducente frena si verifica un trasferimento di carico nella parte anteriore del veicolo con aumento del beccheggio (oscillazione del veicolo lungo l’asse longitudinale); la parte anteriore si abbassa e quella posteriore si solleva, per cui i bordi degli pneumatici anteriori imprimono una forza maggiore sulla strada che può comportare una larghezza della traccia maggiore di quella dello pneumatico, e questo spiega perché gli esterni delle tracce possono presentarsi più marcati, anche in relazione al valore della pressione di gonfiaggio;
– la larghezza della carreggiata, vale a dire la distanza fra i centri dei battistrada dello stesso asse, che deve coincidere con la distanza fra i centri delle tracce prodotte dagli stessi pneumatici.
La diversa accentuazione delle due (tre o quattro) tracce disegnate dai pneumatici di un autoveicolo può derivare dalla inadeguata regolazione del sistema frenante, dalla irregolare distribuzione del carico, dalla pendenza trasversale della strada o da un moto aberrante del veicolo.
Le tracce di frenata possono presentarsi:
– parallele alla direzione di marcia. Dimostrano che il veicolo, durante la frenata, non ha subito deviazioni, proseguendo lungo la sua traiettoria iniziale;
– non della medesima lunghezza o più marcate da un lato. Possono derivare da un carico non distribuito uniformemente sul veicolo oppure dallo squilibrio dei freni;
– discontinue. La discontinuità della traccia può appartenere, ad esempio, ai pneumatici di un rimorchio privo di carico in conseguenza di una frenata di emergenza oppure dal piano stradale non ben livellato;
– con margini più marcati. Questa conformazione può derivare da sovraccarico oppure dalla pressione di gonfiaggio inferiore a quella prescritta.
Le informazioni desunte dalle tracce di frenata
Le informazioni fornite dalle tracce di lunghezza diversa, o con margini più marcati, sono di fondamentale importanza per il consulente tecnico chiamato a rispondere al quesito formulato dal P.M. poiché da esse potrebbe desumersi negligenza nella manutenzione del veicolo.
Ipotizzando ad esempio l’investimento di un pedone, potrebbe emergere che, qualora il sistema frenante fosse stato equilibrato ed i pneumatici avessero avuto un’adeguata pressione di gonfiaggio, probabilmente il pedone non sarebbe stato investito, perché il veicolo si sarebbe fermato entro lo spazio di arresto disponibile, oppure le lesioni sarebbero state di minore entità, considerata la minore velocità (e quindi minor energia) posseduta dal veicolo al momento dell’impatto. Ecco che in tale situazione le esigenze probatorie richieste per sottoporre a sequestro il veicolo troverebbero motivazione nelle caratteristiche delle tracce.
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Lo scopo della rilevazione degli incidenti stradali è quello di fornire all’Autorità Giudiziaria tutte le informazioni necessarie per la ricostruzione dell’evento e l’accertamento delle responsabilità. Il presente manuale ha l’obiettivo di fornire un sostegno pratico e operativo a coloro che istituzionalmente hanno il dovere di eseguire le rilevazioni degli incidenti stradali. Affinché le rilevazioni e le indagini portino a chiarire la corretta dinamica dei sinistri, i consulenti del Pubblico Ministero ed i periti del Giudice devono essere in possesso di elementi certi, completi e correttamente acquisiti. Agli operatori di polizia stradale viene pertanto richiesta una sempre crescente professionalità e attenzione nello svolgimento delle attività di rilievo ed una conoscenza specifica su quali siano i dati e gli elementi da acquisire anche in considerazione dell’utilizzo di tali informazioni. La presente opera prende in esame le modalità di esecuzione del rilievo inseguito all’emanazione della norma UNI 11472/2019 di standardizzazione delle procedure, sviluppando la spiegazione del “perché fare cosa”. Il manuale è arricchito da numerose foto, figure e grafici che agevolano la comprensione dei contenuti. In particolare:• viene approfondito il funzionamento delle cinture di sicurezza ed analizzati gli elementi per accertare l’utilizzo o meno del dispositivo• viene proposto un esempio pratico di una possibile diversa lettura dal punto di vista sanzionatorio dell’investimento di un pedone• sono fornite informazioni sul funzionamento della black box, con esempio di lettura di un report• viene illustrata una tecnica per l’accertamento della velocità dei veicoli sulla base di riprese video.Alessandro SpinelliGià comandante di PM, è formatore e co- ordinatore dell’area didattica di infortunistica stradale presso la S.I.P.L.Andrea Brocchi Già responsabile dell’ufficio infortunistica della PM di Poggibonsi, ha svolto consulenze tecniche per autorità giudiziarie ed ha collaborato con la S.I.P.L. in qualità di tutor di stage.
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