Il 23 settembre l’Anci ha presentato in Commissione Affari Costituzionali della Camera le proprie proposte sul riordino delle funzioni e dell’ordinamento della polizia locale, in discussione attraverso sei diversi progetti di legge. Nel documento di audizione, illustrato dal sindaco di Bari Vito Leccese, delegato Anci alla Sicurezza urbana, sono stati ribaditi alcuni punti chiave: competenza statale esclusiva per la disciplina delle polizie locali, piano straordinario di assunzioni con un fondo nazionale per la sicurezza urbana, accesso gratuito alle banche dati ministeriali, tutele previdenziali uniformi e superamento del limite territoriale all’armamento. Una riforma che, nelle parole dell’Anci, deve essere considerata un investimento strategico sulla sicurezza delle città.
Indice
Distinzione tra polizia locale e polizia amministrativa regionale
Il primo nodo messo in evidenza da Anci riguarda la necessità di separare chiaramente la disciplina delle polizie locali da quella della polizia amministrativa, che resta materia residuale delle Regioni. Per Vito Leccese, serve “una riaffermazione senza ambiguità della competenza statale” per evitare sovrapposizioni e frammentazioni normative. Questo punto assume rilievo centrale alla luce delle sei proposte di legge in esame, che mirano a definire un quadro uniforme dopo decenni di rinvii.
Organici in calo e necessità di un fondo nazionale
Altro tema affrontato è il progressivo depauperamento degli organici: dal 2009 al 2023 il numero degli operatori è sceso da 59mila a 47mila unità. Per colmare questo gap e garantire servizi adeguati, Leccese ha proposto l’avvio di un piano straordinario di assunzioni, finanziato da un fondo nazionale per la sicurezza urbana. Tale strumento consentirebbe ai Comuni di superare gli attuali vincoli di spesa e di programmare stabilmente nuove immissioni, garantendo una presenza più capillare delle polizie locali sul territorio.
Accesso alle banche dati e nuove tutele previdenziali
Il documento Anci richiama poi la questione dell’accesso alle banche dati ministeriali, ancora oggi a carico economico dei Comuni nonostante il “Pacchetto Sicurezza” del 2008 avesse previsto il collegamento gratuito al Ced interforze. “È inaccettabile – ha denunciato Leccese – che le polizie locali debbano pagare per consultare informazioni indispensabili”. La riforma dovrebbe inoltre includere un sistema previdenziale uniforme tra forze di polizia statali e locali, con riconoscimento del lavoro usurante, coperture adeguate per infortuni e malattie professionali e regimi pensionistici più favorevoli.
Armamento e sicurezza operativa
Infine, l’Anci propone il superamento del vincolo che limita l’armamento delle polizie locali al solo territorio dell’ente di appartenenza. Secondo Leccese, l’estensione al territorio nazionale rifletterebbe meglio la complessità dei compiti svolti e garantirebbe maggiore sicurezza operativa agli agenti. Una misura che, insieme agli altri interventi indicati, punta a restituire dignità e riconoscimento al lavoro quotidiano dei corpi di polizia locale, spesso in prima linea nella gestione della sicurezza urbana.
► Documento di audizione ANCI
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