Ne abbiamo già parlato ampiamente e torniamo sulla questione del censimento dei misuratori di velocità a seguito della pubblicazione dei dati inseriti dagli organi di polizia stradale, tramite il Portale dell’Automobilista o il Portale dell’Autotrasporto, sul sito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, online dal 28 novembre 2025 (consultabile all’indirizzo internet: https://velox.mit.gov.it/dispositivi).
Questa iniziativa, sostenuta dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, è stata pubblicizzata come una “operazione trasparenza”, dopo il fallimento del censimento promosso dal Ministero tramite Anci. Il censimento ha come base giuridica l’articolo 5, comma 3-bis, del decreto legge 73 del 21 maggio 2025 ed ha trovato attuazione con i decreti direttoriali n. 367 del 29 settembre 2025, n. 305 del 18 agosto 2025 e, infine, con il decreto direttoriale n. 430 del 28 ottobre 2025.
Il risultato è quello che attendevamo, in quanto il censimento ha confermato che i dati diffusi dagli organi di informazione, ripresi da un sito internet senza alcuna verifica e utilizzati per sostenere che in Italia le amministrazioni pubbliche impiegano oltre 11.000 postazioni fisse per fare cassa (più del doppio di quelle presenti negli Stati Uniti, oltre il triplo rispetto a quelle censite in Francia, due volte e mezzo rispetto a quelle rilevate in Germania). Va tenuto presente, peraltro, che il sito Autovelox.it, dal quale sono stati ripresi i dati per la propaganda contro i controlli della velocità, tiene conto solo delle postazioni fisse (anche quelle che non funzionano) e non di quelle mobili, mentre il censimento riguarda anche gli strumenti utilizzati direttamente dagli agenti, tanto che gran parte degli apparecchi censiti sono Telelaser di vario tipo (da un conteggio sommario sarebbero oltre 1.000 rispetto al numero totale degli apparecchi censiti che è circa 3672). Circa 202 sono i misuratori di velocità media, del tipo Tutor, in linea con i dati già forniti dalla Polizia Stradale.
Degli apparecchi censiti, 586 sono quelli gestiti dalla Polizia Stradale. Solo 89 sarebbero quelli della Polizia Provinciale. Grosso modo, quindi, quelli utilizzati dai Comuni tramite la Polizia Municipale sarebbero circa 3.000. Pur tenendo conto di possibili ritardi nell’inserimento dei dati nella piattaforma, se il dato è questo o comunque se non si discosterà molto da quello risultante dal primo censimento, è possibile affermare che a fronte di 7896 comuni, la media degli apparecchi è di circa 0,38 per ogni comune italiano. Se poi vogliamo analizzare un dato più concreto, i comuni che hanno censito almeno un apparecchio sono circa 1446, comprese le varie forme associate (unioni, consorzi, etc.); da questo deriva che per ogni comune che effettivamente utilizza misuratori di velocità, in media sono disponibili poco più di due apparecchi; ovviamente, le città più grandi, come Roma, Milano, Genova, Venezia, etc., hanno più rilevatori di velocità. Invece, sono circa 706 i comuni con un solo strumento a disposizione, mentre 337 ne hanno due, 102 ne hanno tre, 50 ne hanno quattro, etc. (sono dati, come specificato, approssimativi in quanto conteggiati dall’intelligenza artificiale). Si tratta degli strumenti attualmente utilizzati o che le amministrazioni intendono utilizzare.
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Massimo Ancillotti, Giuseppe Carmagnini | Maggioli Editore 2025
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