Il difficile coordinamento delle proroghe nazionali con le proroghe UE in materia di abilitazioni di guida, professionali e di verifiche sui veicoli

di Giuseppe Carmagnini

11 Giugno 2020
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Dal 28 maggio 2020 è in vigore il nuovo Regolamento (UE) 698 del 25 maggio 2020, la cui applicazione è
iniziata dal 4 giugno 2020 (salvo alcune disposizioni già applicabili dal 28 maggio 2020)

Con evidente ritardo, ma con effetto retroattivo, l’Unione Europea è intervenuta nel settore del trasporto stradale, ferroviario, navale e aereo, con una serie di proroghe delle abilitazioni, dei certificati, delle licenze, delle verifiche sui veicoli, necessari per la guida, per la circolazione dei veicoli e per i trasporti professionali di cose e persone.

Prima di addentrarsi nei dettagli, occorre ricordare che i Regolamenti dell’Unione Europea si applicano dalla data o dalle date da essi indicata e hanno come effetto quello di disapplicare o integrare, ove carente, il diritto interno degli Stati Membri, salvo deroghe facoltative eventualmente previste dalle stesse norme unionali.

Poiché le proroghe previste dal Regolamento non tengono conto dell’effettivo impatto dell’epidemia nei singoli Stati e sono dirette uniformemente a tutta l’Unione Europea, è concesso agli Stati Membri di richiedere una ulteriore proroga di durata massima di sei mesi, con istanza da proporre entro il 1° agosto 2020, oppure, per quanto concerne in particolare la validità delle patenti, delle revisioni, della qualificazione dei conducenti, dei controlli sui tachigrafi, della validità della carta del conducente, delle licenze comunitarie per il trasporto di merci e persone, gli Stati Membri sono autorizzati a non applicare le proroghe, ovvero a mantenere quelle applicate, sempre però solo alla circolazione nazionale; se lo Stato Membro decide di non adottare le proroghe unionali, ovvero di adottarle in maniera più restrittiva, è tenuto a darne comunicazione alla Commissione Europea che provvederà alla pubblicazione di un avviso nella Gazzetta ufficiale dell’UE, al fine di rendere noto agli altri Stati il regime derogatorio adottato dallo Stato Membro.

 

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